Quattro auto mediche per la postazione 118 di Bojano, cinque infermieri di comunità, due specialisti in scienze motorie e due ostetriche di comunità assunti per tre anni. Il costo dell’operazione, a carico della legge di bilancio nazionale del 2015, è di un milione di euro.
È pronto a partire, finalmente, il progetto di Regione e Asrem per rafforzare la medicina territoriale nell’area del Matese con i fondi della Strategia nazionale per le aree interne (Snai). L’azienda di via Petrella ha riapprovato le schede tecniche, che erano state varate nel 2019, in base alle modifiche richieste dalla dg Salute. La misura, che ha scontato probabilmente anche ritardi relativi alla fase pandemica, si affianca così al resto degli investimenti previsti dal Pnrr Salute per la medicina territoriale. Ridurre i tempi di intervento del 118 sotto i 21 minuti, che è la soglia di adempienza dei Lea, e al contempo le ospedalizzazioni improprie, prevedendo un’assistenza mirata attraverso le prestazioni domiciliari o ambulatoriali degli infermieri: questi gli obiettivi descritti analiticamente nelle schede definite dal responsabile del procedimento, il direttore dell’unità ‘gestione contratti di servizi e logistica’ Bruno Natale e approvate dal dg Florenzano.
In particolare, riguardo al primo intervento (per cui sono stanziati 170mila euro), «l’acquisizione di quattro auto mediche, idonee all’area interna e montana (comprensive del relativo equipaggiamento e regolarmente oggetto di manutenzione), a servizio di tutto il sistema regionale», consentirà «di diversificare gli interventi e sdoppiare le equipe, aumentando la disponibilità di personale per i codici gialli e rossi». La finalità principale è dunque arrivare sul luogo di un soccorso prima di 21 minuti, un target che però – è emerso dal verbale del tavolo tecnico di novembre – è stato ampiamente superato. Nel 2020 i tempi medi di intervento del 118 sono saliti a 29 minuti. Dato che ha allarmato non poco i ministeri affiancanti e la struttura commissariale, sono in corso verifiche per capire se è davvero così e quali sono i motivi.
Ma tornando al progetto Snai Matese, 700mila euro sono invece stanziati per contrattualizzare cinque infermieri di comunità per tre anni e 36 ore settimanali. Sarà istituito uno sportello infermieristico distrettuale a Bojano e i medici di famiglia assegneranno agli infermieri pazienti over 65 o cronici da seguire. Gli infermieri si occuperanno su tutto il territorio matesino della prevenzione primaria, secondaria e terziaria, effettueranno interventi di assistenza diretta (a domicilio o presso gli studi dei medici di base o presso il poliambulatorio di Bojano e le sedi della guardia medica di Cantalupo e San Giuliano del Sannio), saranno di supporto alle farmacie per l’utilizzo di apparecchiature per analisi di primo livello e per altri esami strumentali. Con l’obiettivo di mantenere un alto grado di autosufficienza e attenuare il processo di invecchiamento, inoltre, verranno attivati corsi di attività motoria dolce, tenuti da due specialisti laureati in scienze motorie.
Infine, 132mila euro serviranno ad assumere per 36 mesi due ostetriche di comunità che, facendo capo alla casa della salute di Bojano, opereranno per erogare servizi diversi in favore delle donne assistite, con l’obiettivo di mantenere e migliorare nel tempo la qualità della vita, l’equilibrio e lo stato di salute, soprattutto per le fasce più a rischio. Di concerto con i medici di medicina generale, ginecologi, pediatri e altri specialisti del territorio o ospedalieri, organizzeranno la propria attività per la promozione della salute della donna e del bambino, il percorso nascita dal concepimento alla crescita del bambino e per la menopausa.

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