Il giorno dopo, la bufera infuria ancora. Molti candidati al concorso per 45 posti da infermiere e 5 da operatore socio sanitario dell’Asrem stanno affilando le armi per i ricorsi. Oltre al racconto di presunti illeciti e irregolarità – persone che si sono scambiate i tablet delle prove o che consultavano telefoni, o comunque parlavano fra loro confrontandosi – c’è un elemento che ha sconfortato molto le centinaia di aspiranti molisani al posto a tempo indeterminato (che sono coloro che da mesi lavorano per Asrem prima a partita Iva e poi a tempo determinato). Vale a dire la penalizzazione, decisa dalla commissione, anche per una risposta non data (non solo per quelle sbagliate). Cosa che in concorsi recenti di tante altre Asl non era prevista.
Ma è sui disagi e le presunte irregolarità che continua la bufera. Anche nella giornata di ieri, sotto il post Facebook del dg Oreste Florenzano altri commenti con racconti diretti o appresi dai candidati che dalla Fiera di Roma sono tornati mortificati e pieni di rabbia. Già al mattino, dicono in tanti, la rete internet faceva i capricci, non permettendo ai concorrenti di correggere le risposte delle prove. C’è chi solo per caso si è poi accorto che una correzione non era stata registrata dal sistema. Il punto più basso nel pomeriggio, quando la rete è saltata e migliaia di Oss hanno atteso ore, sotto il sole e senza alcun distanziamento, per poter effettuare la prova.
Per l’Asrem è tutto regolare. Non così per l’avvocato Vincenzo Iacovino che si domanda «perché solo adesso fanno i concorsi che avrebbero dovuto fare durante la pandemia? E perché stanno impedendo a diversi concorrenti affetti da Covid o in gravidanza a rischio di partecipare al concorso? Sul primo quesito invito semplicemente la procura ad approfondire. Sul secondo quesito l’esclusione dal concorso per impedimento oggettivo del concorrente è illegittima e arbitraria e si ricorrerà al Tar».
Un esposto sulla doppia selezione lo ha presentato qualche settimana fa anche la Fials. Il segretario Carmine Vasile aveva chiesto formalmente all’Asrem e alla struttura commissariale di evitare di tenere nella stessa giornata i due concorsi, per evitare di sguarnire i reparti, non solo della sanità pubblica. Non avendo ricevuto risposta, ha scritto al procuratore di Campobasso e al prefetto spiegando anche che molti candidati erano positivi al Covid ed era il caso di rinviare di qualche mese le prove, sdoppiando comunque i giorni d’esame. «La gestione del personale durante l’emergenza da parte dell’Asrem è una storia cominciata male e finita peggio. Prima, i vertici aziendali hanno scelto di reclutare il personale con le partite Iva e, solo quando ormai era tardi, hanno avviato le selezioni a tempo determinato. Questo ha impedito a tantissimi candidati dei concorsi di avere i requisiti per essere stabilizzati in base alla legge di Bilancio. Adesso questo concorso organizzato male, in maniera capotica. Nonostante avessimo chiesto all’azienda di tornare sui suoi passi. Una situazione – conclude Vasile – che non si può tollerare».
r.i.

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