Prima del Covid l’annuncio. La sanità molisana era pronta per trattare un ictus ischemico curabile con trombolisi a Campobasso, dove è situata la stroke unit, ma pure a Termoli e Isernia. I robot comprati dall’Asrem permettono infatti di connettere i pronto soccorso e i reparti di neurologia dei tre ospedali e di guidare il medico, adeguatamente formato, nella somministrazione di una terapia che salva la vita e la qualità della vita. A ottobre del 2020 l’azienda sanitaria approvò anche le istruzioni per la teletrombolisi. Non manca più nulla. Peccato, però, che sia ancora tutto solo sulla carta.

Presi dall’assillo di una pandemia che ancora morde alle caviglie di un servizio sanitario ridotto ai minimi termini, addetti ai lavori e osservatori – anche noi giornalisti fra questi ultimi – non si sono occupati più dell’innovazione che poneva il Molise fra le regioni ‘normali’, in grado di programmare, acquistare e usare dispositivi e tecniche che altrove sono di routine. Salvo poi leggere nel programma operativo appena licenziato in bozza dalla struttura commissariale che «tuttavia nell’attuale disegno di rete è prevista in tutti i casi la centralizzazione del paziente su Campobasso per la terapia trombolitica». Deve esserci stato un “qui pro quo”. Perché allora a cosa servivano le istruzioni approvate due anni fa? Sono molto chiare: trasportato il paziente con ictus  in pronto soccorso a Termoli o Isernia ci si collega, attraverso il famoso robot, con Campobasso e in base alla valutazione e alle successive istruzioni del neurologo che effettua la televisita si procede – al San Timoteo o al Veneziale – alla trombolisi. Il documento, varato a ottobre 2020, è reperibile nell’albo pretorio dell’Asrem (è la delibera del direttore generale 740 del 2020). Arrivato a valle della programmazione legata al piano operativo di Frattura e all’atto aziendale dell’allora dg Sosto, è stato firmato dall’attuale manager Florenzano. Un bell’esempio di continuità, si commentò allora. Soprattutto, soldi dei contribuenti (poco meno di un milione di euro per i sistemi intouch) spesi bene. Se non si fosse rimasti alle buone intenzioni…

Spulciando più oltre il programma operativo 2022-2024 si scopre forse la vera, solita, magagna: «Non è operativa la televisita dello specialista neurologo della stroke unit per effettuare trombolisi negli spoke». Per carenza di personale? Potrebbe essere. Qualcosa comunque deve essere accaduto, se l’avvio della telestroke fu comunicato in conferenza stampa dal presidente della Regione Toma (allora non era ancora commissario della sanità), che ne evidenziò l’estrema importante e l’urgenza attuativa, nell’autunno del 2019 (i robot erano appena stati consegnati).

Su tutto resta un rammarico: intervenire su un ictus ischemico anche al San Timoteo e al Veneziale (non esattamente un viaggio su Marte) è ancora una chimera. Nonostante sia stato deciso e organizzato ormai qualche anno fa. E rimane anche un tormento: a disposizione della sanità ci sono 50 milioni del Pnrr Salute. Li stiamo spendendo, ma sapremo poi mettere a frutto l’investimento?

Naturalmente, il programma operativo prevede di utilizzare i robot per realizzare finalmente l’obiettivo della trombolisi in ogni pronto soccorso della regione. Quindi di risolvere il problema legato al neurologo che ad oggi non effettua la televisita. Ma intanto che i molisani aspettano questi robot dove ‘riposano’?

rita iacobucci

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