La sanità del Molise sul tavolo del governo che si è appena insediato: nelle prossime ore Donato Toma protocollerà la richiesta di un tavolo politico ai ministri Giorgetti, Schillaci, Calderoli e alla premier Meloni.
Il presidente della Regione intende bruciare le tappe e verificare se c’è la volontà di supportare la ristrutturazione del sistema di salute regionale con deroghe mirate al decreto Balduzzi, una gestione diversa della programmazione (fuori dai vincoli del commissariamento), risorse economiche adeguate alla conformazione orografica (prevalenza di aree interne distanti dagli ospedali e una viabilità deficitaria) e demografica (incidenza significativa di popolazione anziana e affetta da malattie croniche) del Molise. Toma vuole capire, in sintesi, se ci sono le condizioni per andare avanti sulla strada del decreto Molise, che il centrodestra ha promesso durante la campagna elettorale per le politiche e su cui i parlamentari appena eletti hanno ribadito un impegno a tuttotondo.
L’iter di elaborazione e di approvazione di una norma di questo genere è abbastanza lungo e comunque, ragiona il capo di Palazzo Vitale, se non c’è l’ok di Palazzo Chigi e dei dicasteri coinvolti non si andrà lontano. Meglio scoprire da subito le carte. «Ho delle proposte da fare e le avanzerò. Voglio che sia chiara la posizione politica del governo sul programma operativo e sulla possibilità di andare oltre. Mi aspetto almeno delle risposte», spiega il capo dell’esecutivo di Palazzo Vitale. Che, da commissario, non torna indietro sulla proposta di piano inviata a Roma. «Abbiamo fatto i compiti a casa, elaborando un documento in relazione alle risorse disponibili e ai paletti normativi esistenti (principalmente il decreto Balduzzi, ndr). Non possiamo farci commissariare o sentirci dire che non siamo in grado di redigere un piano. Detto questo, ora dobbiamo capire se riusciamo a cambiare le norme. Facendo attenzione perché alcune modifiche potrebbero contrastare con i numeri. Mi spiego meglio: mantenere un servizio che richiede un certo numero di interventi potrebbe causare l’aumento del rischio di eventi avversi».
Ieri intanto è scaduto il termine per inviare le proprie osservazioni al piano pubblicato sul sito della Regione il 13 ottobre scorso. «Ho avuto modo già di leggere quelle della minoranza in Consiglio comunale a Isernia (il mantenimento dell’emodinamica al Veneziale e il suo potenziamento attraverso l’attività h24, ndr) e le trovo – anticipa Toma a Primo Piano – intelligenti e inseribili nel documento. Ma approfondirò tutte le proposte inoltrate attraverso la mail che abbiamo messo a disposizione per capire quali sono compatibili col piano e utili a migliorarlo».
Coi tecnici di Mef e ministero della Salute c’è l’impegno di attendere ancora qualche settimana per il responso sulla valutazione del piano. Intanto ai sue dicasteri e a quello delle Autonomie locali nonché alla presidenza del Consiglio Toma chiederà un tavolo politico da tenere prima possibile.
Ieri intanto la Conferenza delle Regioni ha “dettato” le priorità al nuovo governo, fra queste – e la posizione di Toma è in linea – l’aumento del Fondo e soluzioni per la carenza di personale.
ritai

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