Deroghe al decreto Balduzzi, aumento delle risorse a disposizione della sanità molisana, stabilizzazione dei precari Covid, gestione dell’extrabudget dei privati per i pazienti non molisani: il governatore Donato Toma ieri, in Consiglio e nelle interviste a margine, ha ripetuto più volte che per tutti questi temi serve un intervento normativo nazionale. E ha richiamato alla responsabilità i parlamentari eletti il 25 settembre scorso, che sulla sanità hanno preso impegni: «Mi aspetto che facciano la loro parte a Roma, al centro. In periferia non si può chiedere a un presidente o a un sindaco di intervenire su competenze che appartengono al governo nazionale».
I precari Covid, per iniziare. Per lunedì prossimo Toma fisserà una riunione in Regione con deputati e senatori perché bisogna tentare di cambiare la disciplina statale in materia. Sono 280 i contratti Asrem in scadenza, 130 infermieri e 150 Oss. Solo una minima parte di questi operatori può essere assunta in base ai criteri fissati dalla legge di Bilancio dello scorso anno. Alla stragrande maggioranza manca il requisito principale: aver maturato 18 mesi di lavoro a tempo determinato al 30 giugno scorso. «Ho avuto una riunione con una piccola delegazione di questo personale qualche giorno fa, io non lascio nessuno inascoltato. Con la normativa attuale non c’è alcuna possibilità di stabilizzarli, a meno che non si faccia un intervento a livello nazionale per spostare la data del 30 giugno al 31 dicembre», ha spiegato Toma. Era il contenuto di un emendamento proposto dall’ex presidente Iorio ai parlamentari e sposato in particolare dal gruppo Noi di Centro alla Camera. Una proposta di modifica al decreto Aiuti ter ritenuta poi inammissibile dalla Commissione e ritirata. Il presidente-commissario ora punta a riavviare il percorso a partire dall’incontro di lunedì in cui «discutere delle azioni da porre in campo sotto il profilo politico nazionale per questi precari».
Nel frattempo, dopo aver comunicato al Consiglio la ‘notifica’ al tavolo tecnico della mozione che annuncia ulteriori osservazioni al programma operativo – quindi sarà fissata una riunione ad hoc coi dirigenti ministeriali per analizzarle – Toma ha ribadito che «è difficile dialogare col tavolo tecnico che si rifà al dm 70. Cercheremo di far passare anche la deroga sul punto nascita di Termoli, è molto difficile ma comunque l’abbiamo messa sul tavolo e discuteremo. Quando le deroghe sono, oltre che giustificate, di portata limitata si riescono a far passare, se invece stravolgono il sistema normativo è più difficile, in quel caso potrebbe aiutare l’intervento normativo politico». In particolare per il punto nascita del San Timoteo, ha aggiunto, potrebbe essere utile una modifica che, «sempre nell’ambito della sicurezza, riducesse il numero di parti» annuo necessario (al momento è 500, ndr).
Più in generale, però, rispondendo all’annuncio di azioni di protesta eclatanti da parte del sindaco di Isernia Castrataro rispetto alle chiusure di reparti in corso al Veneziale, Toma ha messo i puntini sulle ‘i’: «È facile prendersela con chi non può decidere. Prendetevela con chi può farlo, abbiamo la delegazione parlamentare, c’è un governo, io mi rivolgo al governo e porterò le istanze dei territori. Forse i territori dovrebbero fare pressing sul governo».
Ancora una volta, quindi, una “chiamata” ai parlamentari che in campagna elettorale hanno preso impegni sulla sanità. Per esempio il decreto Molise. Il senatore Lotito ha dichiarato a Primo Piano di avere già una bozza pronta. «Ah bene… Mi auguro che ce l’avrà poi il Consiglio dei ministri la bozza, perché è il governo che dovrà approvarlo». Servono più fondi per il sistema sanitario regionale, su questo – ha confermato Toma – con Lotito ci si era confrontati. «Gli ho illustrato i problemi». L’allora candidato al collegio uninominale per Palazzo Madama dichiarò che l’attuale dotazione (oltre 600 milioni all’anno) andrebbe raddoppiata. «L’importante è che l’aumento di fondi non sia solo per coprire l’extrabudget dei privati, ad esempio, perché quel problema si risolve con gli accordi di confine…», ha detto un po’ sibillino il governatore. Ma poi ha sgombrato il campo: «Non conosco il contenuto della bozza, mi piacerebbe conoscerlo e dare una mano per quanto è nelle mie possibilità e nelle mie competenze».
Intanto c’è stato un primo approccio col ministro delle Autonomie Calderoli. Si vedranno al rientro del presidente dal viaggio a Lipsia. Magari sarà per l’avvio del tavolo politico sulla sanità molisana.
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