Turni di lavoro massacranti, ricorso alle prestazioni aggiuntive di medici dello stesso reparto o di altre unità operative, eventuali interruzioni di servizio. Su questi elementi si appuntano le verifiche che il Nas di Campobasso sta portando avanti in questi giorni nei pronto soccorsi dei tre ospedali pubblici del Molise.
Il primo sopralluogo al Veneziale di Isernia, da dove sarebbe partita la segnalazione e la richiesta di controllo in un momento particolarmente difficile e delicato per la carenza di personale e per l’afflusso di pazienti. Ai militari non sarebbe rimasto altro che constatare – verbalizzandole nero su bianco – le evidenti criticità e prendere informazioni sulle turnazioni e le prestazioni aggiuntive. Il Nucleo guidato dal luogotenente Mario Di Vito ha poi allargato il raggio dell’azione di monitoraggio anche al Cardarelli di Campobasso e al San Timoteo di Termoli.
In tutti i casi, è stato verificato il massiccio ricorso alle ore aggiuntive dei professionisti. Soluzione tampone che però sta diventando quasi strutturale visto che è una costante degli ultimi anni, che incide anche sul rendimento dei medici. Al momento pare l’unica risposta a quella che costituisce l’emergenza più grave del servizio sanitario regionale, vale a dire la mancanza di personale. Spesso anche l’unica alternativa all’accorpamento dei reparti.
Il Nas non ha riscontrato interruzioni nelle prestazioni, ma una volta terminati i sopralluoghi relazionerà alle autorità competenti sulle condizioni di lavoro nei pronto soccorsi della regione. Reparti che restano per nulla appetibili a giudicare dall’esito fallimentare dell’ultimo concorso: 25 posti a bando, a tempo indeterminato, sei gli idonei nessuno dei quali si è poi presentato alla selezione.

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