Non bastano i reparti chiusi, i servizi ridotti al lumicino, le lunghe attese per una visita o un esame, i ricoveri in astanteria nei pronto soccorsi in attesa di un posto letto. In Molise c’è il rischio che dal 14 dicembre si fermino le associazioni che gestiscono le postazioni del 118.
Sono state le stesse onlus a scrivere alla Prefettura di Campobasso, comunicando con che a causa di una situazione che ritengono ormai insostenibile – dal punto di vista finanziario e gestionale – da quella data «non assicureranno più il servizio di emergenza 118 riportando i propri mezzi di soccorso nelle rispettive sedi legali di appartenenza».
Le associazioni sono arrivate a tanto dopo le multe ricevute dall’Ispettorato del lavoro – vanno dai 300mila ai 500mila euro – per il quale i volontari devono avere un regolare contratto.
La crisi del settore, che in Molise viene gestito fin dalla sua istituzione dall’Asrem (e prima dalle quattro Asl) in convenzione, risale già a mesi fa. Le onlus ritengono che con i nuovi regolamenti (se ne sono succeduti diversi negli ultimi anni ma di fatto nessuno è entrato in vigore) sarebbe economicamente impossibile garantire il servizio. L’azienda sanitaria fornisce solo gli infermieri, autisti e soccorritori sono a carico delle associazioni e così pure i mezzi. I medici sono convenzionati Asrem.
A ottobre del 2021 i soccorritori scesero in piazza, con una manifestazione davanti al Consiglio regionale – la prima della storia del servizio di emergenza – che sollecitò l’attenzione della politica sulle modifiche introdotte dalla direzione strategica guidata dall’avvocato Florenzano e ritenute pregiudizievoli. Seguirono alcuni incontri in giunta e si raggiunse una mediazione, trasferita in un ulteriore provvedimento del dg. La disciplina proposta rispetta il codice del Terzo settore, in pratica le cifre finora riconosciute come rimborsi ai volontari scenderanno, ma è stato ripristinato un incentivo alle assunzioni. In concreto, però, non si è arrivati a un accordo. E negli ambienti nessuno sa con certezza dove si è inceppato l’iter, perché l’Asrem non rende operativo il regolamento con un bando per assegnare le postazioni. Così la situazione è rimasta giuridicamente (ed economicamente nonostante ad esempio i rincari del carburante) quella di vent’anni fa. E i controlli dell’Ispettorato del lavoro hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Anche perché sono già numerosi i volontari che hanno lasciato il 118 perché «si sentono presi in giro da 22 anni». Le riunioni con Asrem e struttura commissariale, dicono le onlus, sono state tante ma non risolutive. «Chi potrebbe trovare soluzione a questi problemi è latyitante», si sfogano. Di qui la decisione di comunicare un rischio gravissimo. Ma che, ribadiscono, è concreto.

ppm

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