Ci è voluto solo qualche giorno in più. Dopo Neruomed e Gemelli, ieri anche le strutture private convenzionate con l’Asrem che non hanno siglato il contratto per il 2022 (quasi tutte) hanno ricevuto la comunicazione del blocco dei pagamenti. Le fatture emesse per novembre e dicembre non saranno contabilizzate e accettate.
Villa Maria, clinica storica di Campobasso, ha chiuso immediatamente i ricoveri di medicina e chirurgia. La disposizione dell’Asrem, dicono i vertici, è «estremamente grave e lesiva». La casa di cura è «una piccola struttura di riferimento per i pazienti molisani e non e per la stessa azienda sanitaria che ricorre ai servizi del nosocomio per garantire il fabbisogno di salute e i livelli essenziali di assistenza». Sono stati quindi dimessi i pazienti che avevano terminato la degenza, ne restano solo alcuni sottoposti a interventi di ortopedia e che, in base al decorso post operatorio, saranno mandati a casa nei prossimi giorni.
I convenzionati Asrem sono di piccole dimensioni, e questo impatta sulla capacità di resistenza, e numerosi. Come numerosi sono anche i dipendenti. Sarà un Natale amaro per tutto il comparto della sanità privata in Molise. «Ancora una volta la Regione Molise ed il commissario alla Sanità mettono i cittadini molisani nella tragica condizione di non potersi curare nemmeno nelle strutture private convenzionate che molto spesso sopperiscono, anche egregiamente, alla inadeguatezza delle strutture sanitarie pubbliche. Trovo indegno nel 2022 che a fine anno si debba arrivare a paventare queste situazioni di gravissimo disagio per i malati molisani a causa di responsabilità politiche evidentissime derivanti da una errata e non ponderata programmazione». Così il segretario di Azione Molise Luigi Valente, uno dei pochissimi politici a rompere il muro di silenzio che circonda questa vicenda. «È urgente ed indispensabile che si recuperi il buon senso da parte di tutte le persone e le istituzioni coinvolte e che si trovi presto una soluzione condivisa affinché i malati siano pienamente tutelati, sia rispettato il diritto fondamentale alla salute dei cittadini e salvaguardati i tanti posti di lavoro. Ma soprattutto è fondamentale – conclude – che per il futuro la politica regionale organizzi il nostro sistema sanitario, sia pubblico che privato, senza che si arrivi a situazioni così estreme e pericolose per la salute».

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