L’emendamento alla legge di bilancio che reca come prima firma quella di Ylenia Lucaselli, penalista 46enne di Taranto rieletta con Fratelli d’Italia alla Camera il 25 settembre scorso, è fra i segnalati dalla maggioranza. Con ottime possibilità di essere approvato visto che esprime la volontà del partito della premier Meloni (e che lo stesso testo precisa che la modifica non comporta maggiori oneri per la finanza pubblica). Se lo sarà, eliminerà le misure relative alla riduzione d’importo e di volumi d’acquisto prevista legge 135/2012 in materia di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. In parole povere, sarà cancellato il limite massimo di finanziamento delle cliniche convenzionate sancito dieci anni fa dal governo Monti. Quello che per il Molise fissa a non più di 101 milioni la quota di fondo sanitario nazionale attribuibile ai privati (da Neuromed e Gemelli a quelli più piccoli contrattualizzati dall’Asrem).
Identico contenuto ha la proposta del deputato di Italia Viva Davide Faraone. Due pressing sono meglio di uno, per dirla con una vecchia pubblicità.
Il destino dell’operazione si conoscerà a breve, perché il voto definitivo della Commissione bilancio sul testo è atteso per domani pomeriggio.
Nelle stesse ore in cui sta (starebbe) per saltare un ‘tappo’ significativo nella ripartizione delle risorse fra sanità pubblica e privata, la Commissione Affari sociali della Camera ha licenziato un parere sulla riforma degli Irccs che non lascia le cose come stanno. Il comma 4 dell’articolo 11 del decreto legislativo circoscrive le prestazioni che gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (per esempio il Neuromed) possono erogare a pazienti extraregionali (e per le quali si istituisce un fondo che per il 2023 è di 40 milioni) a quelle di alta complessità. L’organismo di Montecitorio chiede che il limite venga soppresso. «La limitazione introdotta, oltre che incidere sulla possibilità di accesso alle prestazioni erogate dagli Irccs da parte dei cittadini provenienti da altre regioni, ha altresì effetti sulla possibilità di garantire ad alcuni istituti il bacino minimo di utenza», si legge nel parere predisposto dal relatore Luciano Ciocchetti (anche lui di FdI).
Contro, si sono espressi i componenti pentastellati della Commissione (nella seduta del 13 dicembre). Ma il parere è passato. «Mentre in Molise si fa sempre più forte il braccio di ferro tra il commissario alla sanità Donato Toma e le strutture private convenzionate, in Parlamento la maggioranza di centrodestra continua ad effettuare blitz a favore esclusivo della sanità privata», attacca il coordinatore regionale 5s Antonio Federico. Si riferisce al pronunciamento della Commissione. «Questo cavillo – spiega – farebbe saltare i princìpi di appropriatezza e ottimizzazione delle prestazioni alla base di un sano sistema sanitario». L’emendamento di FdI e Iv, poi, «vorrebbe addirittura eliminare qualsiasi limite di budget nell’acquisto di prestazioni da privato. Un limite, occorre ricordarlo, previsto per garantire la sostenibilità dell’intero sistema sanitario e salvaguardare la sanità pubblica». Il Movimento si opporrà, ribadisce Federico. Che ripete anche: da Renzi e Calenda ci divide un abisso.

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