Alla direzione Salute della Regione «mancano le condizioni minime per la buona conduzione della macchina amministrativa». Lo hanno messo nero su bianco i dirigenti in servizio, rimasti quasi senza alcun funzionario da quando è stata creata la struttura di supporto al commissario della sanità. La conseguenza è che le poche unità in organico alla direzione guidata da Lolita Gallo lavorano troppo e male e subiscono un demansionamento «tollerabile solamente per un periodo limitato di tempo». Mentre ormai lo “svuotamento” risale a quasi sei mesi fa. E in questo tempo i rapporti con il commissario e il sub si sono fatti sempre più aspri.
Lo dimostra il contenuto della missiva, resa nota dal tg di Trsp, e in cui i firmatari sollecitano al presidente Toma e all’assessore al Personale Pallante l’immediata assegnazione di un congruo numero di dipendenti e, fra le altre cose, chiedono alla struttura commissariale di ristabilire «un clima lavorativo favorevole e collaborativo» essendo «istituzionalmente preposta alla risoluzione di eventuali criticità con poteri “sostitutivi” e non solo “ispettivi”». Uno scontro senza precedenti nella pur travagliata storia della sanità molisana.
La vicenda è nata, subito sotto il segno delle polemiche, il 18 luglio. La giunta ha deliberato quel giorno di assegnare a Toma e Papa una struttura con tre uffici, i cui titolari e una collaboratrice sono stati individuati fra i funzionari e dipendenti della dg Salute, e un dirigente. Il 1 agosto il direttore del III Dipartimento ha approvato la determina che ha trasferito gli interessati. Per 60 giorni, precisava Iocca, continueranno a occuparsi ancora dei compiti che già svolgevano. Poi, è evidente, avrebbero dovuto essere sostituiti. I due mesi sono trascorsi e la direzione Salute è rimasta quasi vuota. Nessun nuovo innesto, nulla. Nonostante le iniziative sindacali, in particolare della Uil Molise, e politiche. La creazione della struttura di supporto a Toma, negata a suo tempo all’ex commissario Giustini, è finita anche nella denuncia inviata in Procura a Campobasso dai quattro esponenti ribelli del centrodestra, Iorio, Micone, Cefaratti e Romagnuolo.
Nessun riscontro, denunciano i dirigenti firmatari della nota, neppure alle tante richieste già avanzate a Toma e Pallante. La situazione non è più sostenibile e in assenza di ulteriore mancata risposta, concludono i dirigenti regionali, «saremo costretti a segnalare la situazione alle autorità competenti».

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