Primi problemi fra Gemelli e Cardarelli per la prescrizione della radioterapia che da lunedì scorso è passata in capo all’ospedale regionale.
Secondo quanto si è appreso, i tecnici della Clinica guidata da Petracca avrebbero chiesto all’oncologia diretta da Gianfranco Giglio l’ok a eseguire 90 schermature per un paziente già in cura, ritenendo necessario questo numero in base alla patologia e alla tecnologia utilizzata nel reparto che consente di fotografare la zona da colpire col trattamento da diverse angolazioni in modo da non toccare tessuti e organi sani. Dal Cardarelli, però, ne avrebbero autorizzata una sola.
L’equipe del prof Deodato ha però più volte assicurato in queste ore che comunque garantirà i trattamenti che riterrà necessari per la sicurezza delle cure.
Una sola schermatura, peraltro, è un’indicazione che – a quanto è trapelato – è emersa dalla relazione del nucleo di controllo Asrem che qualche mese fa ha rilevato «irregolarità prescrittive». Da quella relazione è cominciato tutto il contenzioso che ha portato come prima conseguenza al taglio del budget per la radioterapia: per il 2023 il decreto del commissario Toma e del sub Papa riconosce per questa prestazione 3 milioni complessivi al Gemelli, praticamente la metà di quanto fatturato negli ultimi due anni.
Dopo la visita e i rilievi del nucleo ispettivo regionale – di cui fa parte anche la funzionaria Asrem che ha istruito poi la delibera con le nuove linee guida per la prescrizione dei trattamenti – i commissari hanno chiesto una valutazione ad Agenas, che in base a una media calcolata in base a quanto avviene nelle altre Regioni ha concluso che la stima del fabbisogno di radioterapia per i molisani è di 2,7 milioni.
Proprio all’Agenas si è rivolto il Gemelli e la prossima settimana – conferma il commissario Toma – si svolgerà a Roma un incontro a tre – il commissario, la clinica di Petracca e Agenzia per i servizi sanitari – perché, sottolinea il presidente della Regione, «è giusto che ci sia un contraddittorio».

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