Quasi 14 anni di commissariamento per la sanità molisana e nessun risultato: servono soluzioni strutturali. Lo evidenzia la Corte Costituzionale nella sentenza con cui ha dichiarato illegittima la norma varata da Palazzo D’Aimmo il 14 giugno 2022 in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’emergenza.
«Da ultimo, questa Corte non può esimersi dal rilevare l’anomalia di un commissariamento della sanità regionale che si protrae da oltre tredici anni (si ricorda che la nomina del primo commissario ad acta risale al 24 luglio 2009), senza che gli obiettivi per cui è stato predisposto siano stati raggiunti – scrivono gli ermellini nel verdetto depositato il 14 febbraio scorso –, con tutte le ripercussioni che esso determina sulla forma di governo regionale, sui livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e sull’equilibrio finanziario della sanità. Del resto, questa Corte ha già affermato in diverse occasioni che “il lungo protrarsi del commissariamento costituisce un sintomo negativo dell’andamento di questo processo, cosicché si accentua l’esigenza di soluzioni strutturali univoche ed efficaci e del rigoroso rispetto delle regole a tale scopo concepite” (sentenza n. 117 del 2018, relativa alla Regione Campania; nello stesso senso, sentenza n. 168 del 2021, relativa alla Regione Calabria)».
Da un lato, dunque, la fisiologica pronuncia di incostituzionalità di una disposizione che contrasta col piano di rientro e interferisce coi poteri del commissario. Dall’altra, la Consulta ribadisce un’evidenza che va sempre più affermandosi: un commissariamento senza risultati, oltre ad essere un tunnel da cui è impossibile uscire, fa male da tutti i punti di vista, sia per quanto riguarda le cure sia per quanto riguarda l’aspetto finanziario.

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