Da oggi la postazione del 118 di Frosolone è in assetto “India”: autista, soccorritore e infermiere.
Dopo il no del tavolo tecnico alla bozza di decreto che formalizzava un accordo decentrato con i medici del trasporto sanitario d’emergenza (del valore di 300mila euro l’anno), i poco più di 40 camici bianchi in servizio non effettueranno più i turni aggiuntivi che permettevano di coprire 12 delle 16 sedi dislocate sul territorio (Sant’Elia, Cerro al Volturno, Castelmauro e Campobasso Monte Grappa sono giù da tempo senza medico).
A livello politico c’è un grande pressing per ripristinare la dotazione completa alla postazione. Si sta muovendo, con il supporto dei parlamentari di Fratelli d’Italia, l’assessore Quintino Pallante. E, naturalmente, il primo cittadino di Frosolone Felice Ianiro che sta lavorando a un documento da inviare al ministero della Salute. Ieri pomeriggio il problema è stato accennato anche alla Conferenza dei sindaci dell’Asrem, in riunione nella Sala della Costituzione per discutere delle iniziative da prendere nei confronti del governo per ottenere attenzione per la sanità molisana. Sarà messa in calendario una manifestazione, inoltre è stato redatto un documento sulla riorganizzazione dei servizi.
Anche gli amministratori degli altri centri serviti dalla sede 118 di Frosolone sono in allarme. «La carenza di medici e la mancata remunerazione delle ore di straordinario, per chi copriva le carenze nelle postazioni del 118, non possono essere motivazioni necessarie ad accettare che il 118 di Frosolone, dal prossimo 21 marzo, possa diventare una postazione demedicalizzata. L’Asrem deve trovare una soluzione. Deve farlo subito e con la collaborazione di tutti e sono certo che ci riusciremo», ha detto il sindaco di Torella Gianni Meffe.

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