«Per la prima volta è stato davvero acceso un faro sulla situazione della sanità molisana. Ho visto il ministro preoccupato, vuol dire che l’illustrazione dei fatti che gli ho presentato è passata in tutta la sua complessità».
Donato Toma esce dal confronto con il titolare della Salute Orazio Schillaci, e con i suoi capi di gabinetto e di segreteria, con la convinzione di dover aspettare per decidere definitivamente sulle sue dimissioni da commissario, annunciate sabato scorso. «Vediamo cosa succede nelle prossime 48 ore».
Ha ricevuto attenzione, ma adesso si tratta di capitalizzare. Intanto sulla vicenda del 118, il no del tavolo tecnico all’accordo integrativo (che vale in tutto 300mila euro) va rivisto, revocato. Perché senza quell’accordo, i medici in servizio (che sono la metà di quelli previsti in organico) smette di effettuare straordinari e turni aggiuntivi e l’elenco delle postazioni con il solo infermiere (e i soccorritori) è destinato ad allungarsi. Oggi i vertici del dicastero convocheranno i dirigenti presenti al tavolo tecnico, Toma invierà di nuovo la richiesta del parere sul decreto e aspetterà il via libera.
Secondo aspetto riguarda un’ingerenza del tavolo coordinato dalla dg del Mef Angela Adduce che lui ritiene più grave. Nel parere resto sul piano operativo, i tecnici censurano l’istituzione della struttura di supporto al commissario. «Nell’organizzazione interna degli uffici regionali il tavolo non può intromettersi». Anche su questo ha chiesto l’intervento del ministro.
«Abbiamo convenuto che lo schema del commissariamento guidato dal tavolo tecnico non funziona. Per affrontare e risolvere i problemi gestionali della sanità molisana, dalla ristrutturazione del pubblico al rapporto con i privati, serve un intervento straordinario. Con Orazio su questo siamo d’accordo». Finanziario, ma soprattutto – dice Toma – normativo.
Durante il confronto durato un’ora e mezza è stato affrontato anche il caso del verbale sui pagamenti delle prestazioni del Gemelli. E del successivo scontro, a distanza, con il sub Marco Bonamico. «Ho evidenziato in maniera forte quello che è successo. Ma è una questione che risolveremo a Campobasso», minimizza Toma.
Dunque, il presidente (ancora commissario) ha chiesto di poter lavorare, con una struttura di supporto, e modifiche normative che gli consentano di mettere in campo azioni adeguate a conseguire il rientro dal debito. E attende segnali concreti.

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