E meno male che è urgente. Il medico di base che ha prescritto la risonanza magnetica alla prostata ha specificato nell’impegnativa «nel più breve tempo possibile; se differibile entro 72 ore» precisando nel quesito diagnostico anche che il suo assistito ha avuto un pregresso carcinoma prostatico.
Al Cardarelli di Campobasso saranno in grado di effettuarla non prima di sette mesi. Questa la risposta del Cup dell’azienda sanitaria regionale al paziente molisano che ha denunciato i fatti all’Ansa. I tempi del servizio di assistenza pubblico in regione restano biblici, anche quando – come in questo caso – le prescrizioni sono fatte come si deve, indicando correttamente classi di priorità che però non vengono rispettate.
«Quanto accade in Molise – spiega l’utente all’agenzia di stampa – è inverosimile, si continua a parlare di prevenzione, ma i tempi di attesa per sottoporsi ad accertamenti con priorità “urgente” restano inspiegabilmente lunghi. Mi chiedo, e chiedo a chi ha la governance della sanità pubblica regionale – prosegue – cosa abbia determinato questa situazione che mette seriamente a rischio la salute del cittadino, anello debole di una catena che continua a mostrare numerose criticità. Chi ha possibilità economiche può rivolgersi, pagando, a strutture private, ma chi non può farlo è destinato a subire passivamente le inefficienze di un Sistema sanitario carente, confidando solo nella buona sorte. Purtroppo, però, non si può vivere di speranza, soprattutto quando si è consapevoli che, in particolare per alcune patologie, il tempo è “nemico” e che una diagnosi tardiva può determinare serie, e a volte irreparabili conseguenze».
Sul caso interviene l’Aiop nazionale con la presidente Barbara Cittadini. La vicenda, dice, «è emblematica del drammatico fenomeno delle liste d’attesa. Serve una riforma strutturale del Servizio sanitario nazionale, perché criticità come i tempi infiniti per potere avere garantita una prestazione, la mobilità passiva non fisiologica e la rinuncia alle cure vengano finalmente affrontati in maniera strategica».
Per tutelare i pazienti «e i valori di universalità, equità e solidarietà del nostro Ssn – prosegue la presidente dell’associazione spedalità privata – è improcrastinabile una riforma di sistema, di alto profilo, che valorizzi tutte le sue componenti. Auspichiamo che l’intervento normativo annunciato dal ministro della Salute Schillaci segua questa direttrice, poiché, come Aiop, rappresentiamo una componente del sistema che può contribuire in maniera determinante alla risoluzione di queste criticità. Abbiamo potenzialità inespresse e possiamo rispondere puntualmente alla domanda di salute della popolazione: è sufficiente abrogare il vincolo di spesa previsto dal Dl 95/2012 e restituire autonomia programmatoria alle Regioni che, come noi, condividono l’esigenza di superare, definitivamente, meccanismi anacronistici e illogici. Condividiamo, inoltre, l’esigenza di controllare l’accesso a prestazioni inappropriate, anche attraverso il coinvolgimento delle società scientifiche, nonché quella di perfezionare la condivisione delle agende tra le due componenti, di diritto pubblico e privato, del Ssn. Le strutture accreditate – conclude – sono, come sempre, disponibili e pronte a garantire il proprio contributo».

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