Una provocazione forte che rivela una situazione disperata. «Un dramma quotidiano», come lo definisce Alessandro Salzmann, giovane medico del pronto soccorso del Cardarelli di Campobasso e componente del direttivo nazionale della società scientifica della medicina d’emergenza e urgenza (Simeu). Il suo presidente Franco De Iaco ha consegnato all’Adnkronos Salute un allarme che lui sottoscrive in pieno anche per quanto riguarda la situazione molisana. «A questo punto il ministro Giorgetti scelga quali pronto soccorso e ospedali chiudere. Perché così non ce la facciamo più. Non stiamo chiedendo soldi per noi, ma risorse per la sanità», ha detto De Iaco commentando le dichiarazioni del ministro dell’Economia sul fatto che la prossima manovra potrebbe essere «complicata». Dunque, questo il segnale che tutti hanno colto nelle parole di Giorgetti, i 4 miliardi in più chiesti dal ministro della Salute Schillaci saranno un miraggio.
«Vengo da due notti di seguito in pronto soccorso perché devo pur far riposare i colleghi – ha aggiunto De Iaco – Ma quello che è vergognoso è che ci sono medici cosiddetti “gettonasti” che possono guadagnare di più e lavorare di meno, mentre nella stessa struttura ci siamo noi che ci danniamo l’anima in pessime condizioni e con turni massacranti. Se è vero che questo Paese ha bisogno di grandi opere monumentali come un ponte, il più monumentale dei lavori è garantire una sanità equa ed efficiente per tutti i cittadini italiani».
L’equità nell’accesso delle cure, conferma a Primo Piano Salzmann, è difficile da raggiungere in Molise. «Nel mio reparto al Cardarelli siamo in dieci. Siamo riusciti a rispettare i turni di ferie ma si può immaginare con quali disagi per i colleghi rimasti in servizio. Sposo in pieno le dichiarazioni del presidente De Iaco. La situazione è molto grave in tutta Italia, in Molise la viviamo sulla nostra pelle in maniera ancora più drammatica. Noi, i pazienti e i loro parenti che sono le vere vittime». Anche all’ospedale di Campobasso si sono registrati episodi di aggressioni ai sanitari. Tanti problemi di salute finiscono in pronto soccorso mentre dovrebbero trovare risposte sul territorio, nel reparto d’emergenza urgenza del Cardarelli arriva tutta l’utenza San Timoteo, Veneziale e Caracciolo, drasticamente depauperati, non riescono a soddisfare. «Viviamo un dramma quotidiano. Senza dimenticare la carenza di cui soffre il 118 e il fatto che non abbiamo un servizio regionale di elisoccorso. Perciò mi auguro, facendo mio l’appello del presidente De Iaco e rilanciandolo alle istituzioni, che non solo non si operino ulteriori tagli e che, al contrario, i fondi destinati alla sanità siano incrementati in maniera significativa».
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