Risultati che “faranno discutere” quelli dello studio di cui è stato co-protagonista il Neuromed sul fumo passivo: anche quello delle sigarette elettroniche può incidere sulla salute dei bambini.
Il fumo passivo è considerato un fattore dannoso per il benessere dei non fumatori, soprattutto dei bambini. Fin qui un concetto ben noto, ma che era ad oggi rimasto legato solo alle sigarette “tradizionali”. La ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Pollution ha evidenziato come anche le sigarette “heat-not-burn” (Hnbc), quelle che riscaldano il tabacco senza bruciarlo, potrebbero influenzare negativamente la salute cardiovascolare dei bambini e adolescenti esposti.
Lo studio, che ha visto la collaborazione tra Sapienza Università di Roma, Irccs Neuromed di Pozzilli e Mediterranea Cardiocentro di Napoli, ha in particolare preso in esame tre gruppi di bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e 18 anni, divisi in base all’esposizione al fumo che potevano avere in famiglia: non esposti ad alcun tipo di fumo, esposti a fumo tradizionale, esposti a fumo di tabacco riscaldato. Una serie di esami, eseguiti su prelievi ematici e prove strumentali, ha quindi misurato lo stress ossidativo, la funzione endoteliale (un indicatore chiave della salute dei vasi sanguigni) e l’attivazione delle piastrine (un fattore di rischio per la formazione di trombi).
«Il dato più importante emerso dalla nostra ricerca – spiegano gli autori, Lorenzo Loffredo e Anna Maria Zicari (Sapienza Università di Roma) e Roberto Carnevale (Sapienza e Neuromed ) – è che non ci sono differenze significative tra fumo di sigaretta tradizionale e fumo da tabacco riscaldato. In entrambi i casi, i bambini e gli adolescenti esaminati presentavano, rispetto a quelli non esposti ad alcun tipo di fumo, un più elevato stress ossidativo, una maggiore attivazione piastrinica ed una alterazione della funzione endoteliale e quindi un maggior rischio cardiovascolare».
«Questi risultati – proseguono gli autori dello studio – mostrano ccome anche le sigarette di nuova generazione, universalmente considerate meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali, possano configurarsi come un potenziale pericolo per la salute di chi è a fianco dei fumatori, soprattutto i più giovani. L’obiettivo finale deve quindi rimanere quello della incentivazione alla cessazione della pratica tabagica in tutte le sue forme ed i suoi surrogati compresa una tolleranza zero verso il fumo passivo, di qualsivoglia tipologia».

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