Per rimettere in carreggiata la sanità molisana e riportarla nelle mani della Regione, anche in termini di programmazione e non solo di gestione, servono «nuovi modelli organizzativi», ma pure «interventi mirati» e serve puntare forte sul Pnrr che consente di costruire una rete territoriale efficace in modo che gli ospedali possano dedicarsi solo alle prestazioni più complesse.
Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, in visita ieri al Responsible Research Hospital e al Cardarelli, ha sintetizzato così la “ricetta” che il governo nazionale sta confezionando insieme ai parlamentari molisani e ai vertici della Regione per superare il commissariamento che dura ormai da 15 anni.
Gemmato, farmacista barese e uomo di fiducia della premier Meloni in Puglia (l’estate scorsa hanno passato insieme a Ceglie Messapica alcuni giorni di vacanza con le famiglie), ha incontrato il presidente del Responsible Petracca e una delegazione di medici e operatori sanitari dopo un “sopralluogo” in uno dei reparti d’eccellenza della struttura, la Radioterapia guidata dal prof Francesco Deodato.
Poi si è spostato all’ospedale pubblico regionale dove ha constatato di persona i miglioramenti apportati con la ristrutturazione dell’unità di “osservazione breve” del Pronto soccorso. Ad accompagnarlo il governatore Francesco Roberti e i parlamentari molisani di Fratelli d’Italia Elisabetta Lancellotta e Costanzo Della Porta.
«C’è stata un’azione puntuale e precisa del senatore Della Porta e dell’onorevole Lancellotta nel rappresentare le problematiche della sanità molisana – ha dato loro atto Gemmato – La mia presenza qui è per focalizzare l’attenzione sui due aspetti della sanità: il privato convenzionato e il pubblico puro».
La ricetta per rimettere in carreggiata il servizio sanitario regionale, ha aggiunto, è basata su «nuovi modelli organizzativi, è impensabile continuare a ripetere gli errori del passato che evidentemente hanno prodotto debiti importanti per la sanità molisana. Cosa c’è di positivo? Sicuramente la stabilità di governo. Noi governeremo per cinque anni e quindi avremo la possibilità nel breve, nel medio e nel lungo periodo di immaginare una sanità per il Molise. Abbiamo un presidente neo eletto molto attento alla tematica e performante, abbiamo una classe parlamentare che ama il territorio. Tanto è stato già fatto, ci sono stati tanti interventi mirati, successivi, che hanno portato già a dare delle risposte importanti alla sanità molisana. Ora si tratta di uscire dal commissariamento che è un fatto atavico e di portare nel regime della gestione regionale piena la sanità molisana».
Non è semplice, ha ammesso poi l’esponente del governo Meloni. «Il Molise ha un’orografia tutta particolare, che è poi la specificità della nostra bellissima Italia: aree interne, paesi, luoghi montani, che devono avere un approccio di cura importante. In questa direzione ci vengono incontro i 15,6 miliardi del Pnrr che con le case di comunità, le centrali operative territoriali e gli ospedali di comunità possono servire ad avere una sanità territoriale degna di nota. Oggi molte volte in ospedale afferiscono pazienti che non dovrebbero per la bassa complessità delle patologie da cui sono affetti. Dovranno essere presi in carico dalle case di comunità in accordo con i medici di medicina generale e le farmacie. In ospedale dovranno essere curate solo malattie di media e alta complessità».
Gemmato ha poi disarticolato senza spigoli la polemica sul decreto Molise. Promesso in campagna elettorale (prevalentemente in verità da Cesa e Lotito più che dagli esponenti del partito di Meloni), non ce n’è poi stata traccia. «Il decreto Molise è lo strumento per la soluzione di un problema. Noi miriamo a risolvere il problema – ha spiegato il sottosegretario –, lo strumento può essere il decreto o le tante attività che stiamo facendo, complice la presenza continua e costante dei nostri parlamentari e di una giunta regionale rinnovata e performante. Se sarà necessario daremo seguito al decreto Molise. Ritengo che quello che è stato fatto, pezzo per pezzo, sia già un importante segnale che equivale appunto a un decreto».
Sintonia e feedback continuo con Palazzo Chigi, ha assicurato il presidente Roberti, «sui passi che stiamo muovendo per migliorare la nostra sanità, a partire dal Piano operativo, stiamo condividendo col Ministero una serie di misure e iniziative da mettere in campo per migliorare la qualità del servizio. Così come stiamo cercando di affinare l’integrazione pubblico-privato per avere una sanità di qualità in Molise. Non si tratta di sperperare denaro pubblico ma della necessità di mettere più risorse in campo. Il sistema sanitario oggi si basa sul numero di abitanti. Questo non è possibile per una regione piccola come la nostra, ne ha preso atto anche il governo», ha evidenziato. C’è bisogno quindi «di mettere in campo quelle misure economiche per far fronte e superare una serie di criticità». Il Molise non chiede risorse, ancora Roberti, per «aprire nuovi ospedali» ma per «consolidare quelli che abbiamo perché con l’adeguato contingente di personale, che oggi è carente dappertutto, possano diventare attrattivi ed essere di supporto alle regioni limitrofe che hanno più abitanti ma anche loro hanno la necessità di dare risposte sanitarie ai cittadini. E il Molise potrebbe integrarsi in una rete ospedaliera con le regioni limitrofe per dare una sanità di qualità».
Soddisfazione è stata espressa al Responsible dal presidente Petracca per la presenza dell’esponente del governo Meloni. E così anche dal dg Asrem Giovanni Di Santo al Pronto soccorso del Cardarelli. La presenza di Gemmato, ha detto è «testimonianza di un’attenzione, di una polarizzazione su una criticità importante, che è la gestione – in genere nazionale – delle reti emergenziali e quindi dell’emergenza».
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