La stretta annunciata sull’intramoenia è arrivata ieri, con l’approvazione del regolamento Asrem per l’esercizio della libera professione. Nero su bianco: se un medico effettua una visita a pagamento nell’ospedale in cui lavora e fuori dai turni, deve erogare una prestazione in regime istituzionale. Non ci può essere squilibrio nel numero, pena la chiusura delle agende “private” dei camici bianchi che non si attengono alle disposizioni e la sospensione dell’autorizzazione loro rilasciata.
Oggetto di confronto trattativa coi sindacati dell’area Sanità a partire da gennaio, il documento è stato firmato all’esito della riunione del 16 aprile scorso. Quindi formalizzato con una delibera del direttore generale Giovanni Di Santo e dei direttori sanitario e amministrativo di via Petrella, Bruno Carabellese e Grazia Matarante.
L’ok al nuovo regolamento, che recepisce i contenuti sul punto del contratto collettivo nazionale 2019-2021 e il piano nazionale di governo delle liste d’attesa, era stato anticipato da Matarante dopo il servizio della troupe di “Fuori dal coro” in cui era, fra l’altro emerso, che a Termoli l’ambulatorio di Cardiologia è chiuso, quindi non è possibile prenotare col ticket una visita per l’anno in corso, ma in intramoenia (a pagamento) invece c’è posto entro pochi giorni. La direttrice amministrativa aveva spiegato all’inviata di Giordano che l’azienda era già al lavoro sul regolamento e che una commissione ad hoc sta verificando se ci sono squilibri nel primo trimestre 2024.
Il concetto sancito dal piano delle liste di attesa – e ribadito nella legge Finanziaria regionale in un articolo promosso come emendamento dai 5s e approvato anche dal centrodestra – è che se i tempi “istituzionali” per visite ed esami sono troppo lunghi bisogna fermare l’intramoenia e concentrare gli sforzi dei propri medici e operatori sul recupero delle prestazioni richieste dai cittadini pagando solo il ticket (attività istituzionale per chi lavora nella sanità pubblica).
«L’attività svolta in regime di libera professione intramuraria (…) deve essere programmata in modo da risultare non superiore ai volumi di prestazioni eseguite nell’orario di lavoro». Inoltre, «non può comportare un volume di prestazioni superiore a quello assicurato per compiti istituzionali» e «un impegno superiore al 50% dell’orario di servizio effettivamente prestato», si legge nel documento dell’Asrem. Se un medico effettua 50 visite a pagamento, altrettante ne deve garantire in “istituzionale”. Tutte le tipologie di prestazioni rese in “Alpi” devono essere assicurate anche in regime di lavoro istituzionale.
L’autorizzazione all’attività libero professionale intramuraria «dovrà essere sospesa o revocata dalla direzione generale quando si verifichino gravi scostamenti quali-quantitativi rispetto ai al piano di attività istituzionale dell’unità operativa» sulla base del monitoraggio della Commissione Paritetica (già insediata).
Chi “sgarra” oltre alla sospensione dell’autorizzazione rischia anche sul fronte della carriera: l’intramoenia irregolare costituisce violazione del Codice di comportamento e viene considerata anche nella valutazione del dirigente ai fini del rinnovo dell’incarico.

r.i.

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