Sabato pomeriggio, i familiari di una giovane donna chiamano il 118 da Campobasso: non sta bene, dovete venirla a prendere e portare in ospedale. L’operatore, dall’altra parte, cerca di capire di cosa si tratta. Che sintomi ha? Vertigini, sarebbe stata la risposta. Ma avete già chiamato la guardia medica? Potrebbe essere stata questa l’osservazione, l’ulteriore richiesta che ha scatenato la reazione denunciata ieri mattina alla Polizia del capoluogo. Un’aggressione scattata dopo il trasporto della donna al Pronto soccorso.
Ansia e preoccupazione sono fisiologici se una figlia o una moglie sta male. Ma il 118 interviene nei casi di pericolo imminente per la salute o la vita. E per questo la centrale operativa deve cercare di inquadrare il caso prima di inviare un equipaggio, anche per decidere – ad esempio – se inviare una squadra “India” (con soccorritore e infermiere) o una medicalizzata.
Tornando a sabato scorso, dopo lo scambio al telefono (che sarebbe andato come descritto in base alle poche informazioni filtrate), la paziente è stata trasferita in ambulanza al reparto di emergenza urgenza del capoluogo di regione. I suoi familiari si sono recati alla centrale operativa del 118, situata al Cardarelli ma la sede non è proprio così visibile o conosciuta, attaccando verbalmente e minacciando medico e infermiere in turno. Un fatto, hanno sottolineato ieri dall’Asrem, increscioso che i sanitari hanno denunciato in Questura.
La direzione strategica dell’azienda di via Petrella ha espresso «sdegno e rammarico» confermando la vicinanza al proprio personale e le azioni a tutela di chi viene aggredito durante il servizio. Risale a qualche settimana fa la delibera che dà incarico a due avvocati interni di predisporre gli atti di denuncia all’autorità giudiziaria, in nome e per conto dell’Asrem, anche in sostituzione dei dipendenti che non abbiano provveduto direttamente a farlo, a fronte di lesioni lievi, gravi o gravissime. In questo caso non c’è stato bisogno di sostituirsi ai dipendenti interessati, ma nell’eventuale prosieguo della vicenda giudiziaria l’azienda sarà comunque parte lesa.
«Il nostro obiettivo – ha evidenziato il dg Giovanni Di Santo – è garantire certezza delle cure ed assistenza alle comunità, ma anche sicurezza, di ogni tipo, a pazienti ed operatori. I nostri professionisti, che già vivono il forte disagio di carenza di medici, stanno facendo uno sforzo enorme nello svolgimento del proprio lavoro. Tuttavia vanno avanti per aiutare chiunque ne abbia bisogno. È pertanto intollerabile apprendere di episodi di violenza, verbale o fisica che siano. Come Asrem condanniamo i fatti accaduti e manifestiamo vicinanza al medico e all’infermiere aggrediti, restando a disposizione per qualsiasi intervento richiesto».

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