Dalla prenotazione di visite ed esami alla gestione del ricovero e della dimissione dei pazienti, dalla refertazione all’archiviazione della storia clinica di una persona in un unico “posto” facilmente accessibile e consultabile. La sanità è sempre più “questione di digitale”.
L’ammodernamento e l’ottimizzazione dell’infrastruttura è fra le priorità dell’Asrem per il 2025. E rappresenta un capitolo interessante, che sviluppa (per il momento su carta) azioni e integrazioni che saranno portate avanti in base a indicazioni della struttura commissariale e della direzione Salute della Regione oltre che in adempimento di nuove normative nazionali.
Integrazioni in molti casi perché i sistemi informativi che l’azienda sanitaria utilizza sono tanti e diversi. Al momento, dunque, non si riesce a “parlare la stessa lingua” o comunque con una sola lingua. La diagnostica ha un suo sistema (Ris Pacs), i laboratori ne hanno uno diverso (Alchimia) per esempio.
Nel Piano integrato di attività e organizzazione (l’aggiornamento per il 2025) approvato il 31 gennaio dal dg Giovanni Di Santo (insieme ai direttori sanitario e amministrativo Carabellese e Matarante) c’è un approfondimento proprio sulla reingegnerizzazione dei processi che sarà messa in campo.
Se nel 2024, sono state stabilite connessioni tra le sette macroaree (clinica, diagnostica, territoriale, di accoglienza, di prevenzione, amministrativa e di supporto) con interventi di livello regionale, per l’anno appena iniziato è stata elaborata una mappa delle priorità che prevede azioni mirate a «garantire una maggiora digitalizzazione, interoperabilità e resilienza (anche in termini di adattabilità al contesto) dei sistemi. Prioritari – si legge nel Piao – risultano essere gli interventi su: Blocco operatorio; Prescrizioni (consolidamento delle principali integrazioni tra i sistemi informativi (…); Pronto soccorso (implementazione di un modulo di Alert in caso di urgenze dal 118 per il Pronto Soccorso); Logistica del farmaco (evoluzione di un modulo per la gestione informatizzata del sottoscorta)».
L’obiettivo finale è quello di realizzare un’architettura che parla alla fine una sola lingua (o quasi), integrando efficacemente i vari sistemi in uso e aumentando la cybersecurity complessiva.
«Per ottenere l’infrastruttura più idonea, andranno sviluppate azioni su tre linee: nuova adozione tecnologica, evoluzione dell’attuale struttura, sostituzione dell’esistente con nuova tecnologia più moderna ed efficiente. Per avviare questo pacchetto di interventi (suddivisi in due ambiti, il primo infrastrutturale e basato sull’ICT spinto; l’altro legato all’elaborazione di idee progettuali e soluzioni sempre all’avanguardia e al loro monitoraggio) l’attuale assetto organizzativo dovrà essere necessariamente rivisto, passando dall’attuale Struttura semplice a valenza dipartimentale (Sistema Informatico ICT), ad una trasformazione della stessa in Struttura complessa, introducendo due nuove Strutture semplici a suo riporto: Tecnologie ICT e Sistema Informativo», prosegue il piano.
Evoluzioni anche organizzative, dunque, che consentiranno una gratificazione e una progressione interna per chi di digitale in Asrem si occupa.
Ma questo è argomento “di nicchia”. Agli utenti interessa l’obiettivo finale dichiarato. E che questo sia raggiunto.
r.i.

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