Le chiama «imperfezioni», con un lessico e un tono meno belligerante di qualche anno fa rispetto al tavolo tecnico e ai burocrati dei Ministeri con cui la Regione Molise si fronteggia da oltre 15 anni. Ma Michele Iorio, ex governatore e commissario oggi assessore delegato fra le altre cose ai rapporti con Mef e Salute, non ha cambiato idea: il commissariamento è un circolo vizioso da cui uscire prima che si può.
L’exit strategy potrebbe essere agevolata proprio dall’esito delle verifiche sulle «imperfezioni» nel calcolo di quanto spettava al Molise in termini di premialità o di mobilità attiva a cui seguirà l’attivazione del percorso approvato mercoledì dal Consiglio regionale.
Iorio conta molto sulla due diligence che la Regione ha affidato alla società “RSM Società di Revisione e Organizzazione Contabile Spa” per scandagliare i bilanci della sanità. «Stiamo portando avanti questa attività perché abbiamo l’impressione che sia necessario ricalcolare o rivalutate delle imperfezioni relative alla mobilità attiva e alle premialità. Intanto è stata effettuata sugli ultimi tre anni ma ritengo che si dovrà ampliare il perimetro. Una volta che avremo il quadro preciso potremo aprire la trattativa con Roma», spiega Iorio a Primo Piano.
La mozione del centrodestra approvata da Palazzo D’Aimmo, per entrare nei dettagli di quella che l’assessore definisce «la trattativa con Roma, impegna il presidente della giunta Francesco Roberti, «a conclusione della verifica dei flussi in entrata e uscita della gestione sanitaria, ad interloquire con il Governo nazionale, affinché quest’ultimo adotti gli opportuni provvedimenti volti al riconoscimento di un credito vantato dalla Regione stessa nei confronti dello Stato da soddisfare anche in più annualità, così da poter programmare e realizzare interventi indispensabili per il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario nonché dell’efficienza ed efficacia della sanità regionale».
Altro discorso, precisa poi Iorio, è quello che riguarda il piano di copertura del debito al 31 dicembre 2023 (da inviare al Mef entro il 20 febbraio). «In quel caso non dobbiamo calcolare nulla, si parte dai numeri che il tavolo tecnico ha ricostruito e certificato, il debito è di circa 130 milioni e noi dobbiamo mettere nero su bianco le coperture, compresi i 90 milioni in due anni che ha stanziato il governo Meloni». Il piano che secondo le opposizioni sarà pieno di ulteriori tagli. «Ma no, nessun taglio, caso mai dobbiamo implementarli i servizi», chiosa Iorio.
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