Referti, cartelle cliniche, schede di dimissione da un ospedale, farmaci prescritti e acquistati. C’è tutto questo nel fascicolo sanitario elettronico di ogni molisano (si accede con Spid, Cie o Cns). Ma non solo. Lo strumento, obbligatorio dal 2020, ha la caratteristica multitasking di tutti i dispositivi e gli applicativi digitali: consente a tutti gli assistiti di gestire in autonomia la prenotazione di visite ed esami, spostarli o annullarli e riprogrammarli per esempio. Anche questa è sanità di prossimità.
Ma in Molise, fra le prime regioni in Italia ad avviare la sperimentazione ormai dieci anni fa, il cosiddetto Fse è ancora poco conosciuto e poco sfruttato dagli assistiti dell’Asrem.
Dal roadshow che si è svolto ieri a Campobasso, dal titolo “La piena valorizzazione del dato sanitario e il ruolo chiave del Fascicolo sanitario elettronico: una sfida tra le più cruciali”, è arrivato perciò un appello da parte dei vertici dell’azienda di via Petrella e della Regione a una maggiore consapevolezza del “mezzo” e a un suo maggiore utilizzo. Le informazioni e l’accesso sono disponibili sul sito fse.regione.molise.it.
«Dal 2020 legge nazionale obbliga le Regioni ad aprire il Fascicolo a tutti i cittadini – ha spiegato il dirigente della Dg Salute, Riccardo Tamburro – Ogni volta che viene prodotto un documento sanitario – prescrizione, referto medico, lettera di dimissione ospedaliera o verbale di Pronto soccorso per fare qualche esempio – oltre a essere immagazzinato negli archivi della Asl viene anche conferito al fascicolo sanitario che diventa un raccoglitore in cui c’è tracciata tutta la storia clinica del paziente. Ma questa è solo una parte. L’altra parte è che al suo interno il paziente ha la possibilità di effettuare la prenotazione degli esami di cui ha bisogno, la scelta e la revoca del medico di famiglia».
Un modello anche di semplificazione, ha sottolineato il commissario della sanità Marco Bonamico: «Eviteremo il duplicarsi di prestazioni che molto spesso non sono dovute o non sono necessarie».
«Un modo di pensare completamente diverso, non un solo contenitore di certificati ma la concreta possibilità di programmare un nuovo modello di sanità», le parole del dg Asrem Giovanni Di Santo. «Il dato sanitario – ha aggiunto – assume un ruolo strategico, non solo come strumento clinico, ma come fondamento per decisioni, politiche e organizzazione e il Fascicolo sanitario non è più un archivio passivo di referti, ma un pilastro di governance sanitaria. Così, nel modello di sanità che stiamo costruendo, il Fascicolo consente la presa in carico multidisplinare e il consolidamento dell’empowerment del cittadino, che può finalmente accedere, comprendere e partecipare alla propria salute. Dal canto suo, l’Asrem ha avviato percorsi concreti e progressivi per rendere operativo questo ecosistema: digitalizzazione integrata dei servizi sanitari formazione e coinvolgimento del personale affinché il cittadino sia protagonista. Le criticità – ha concluso Di Santo – non mancano ma tante sono le opportunità: il Fsr è una piattaforma unica, una leva per una sanità più umana, più intelligente, più sostenibile. L’innovazione va governata e vissuta lavorando su tecnologia abilitante, operatori competenti e coinvolti, cittadini informati e partecipi».
Il governatore Francesco Roberti, infine, ha chiamato in causa i medici, a partire da quelli di famiglia. «Spetta a loro dare questa corretta informazione, spiegare che poi tutto quello che è contenuto del Fascicolo è un dato accessibile da qualunque punto ci si colleghi». È anche, ha concluso il presidente della Regione, «un modo per mettersi al passo con i tempi, digitalizzazione e AI sono ormai parte integrante del sistema sanitario».
r.i.

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