Ogni anno in Italia almeno 430.000 persone sviluppano un’infezione ospedaliera. Nel 30% il problema si potrebbe prevenire.
Utilizzando altri numeri: i pazienti ospedalizzati che sviluppano un’infezione correlata all’assistenza (Ica) sono più dell’8% del totale (percentuale decisamente importante, che nel periodo di diffusione del Covid19 era arrivata a superare il 10%). Il prezzo che paga il nostro Paese è altissimo: l’Italia detiene infatti il record europeo di decessi correlati a infezioni ospedaliere e antibiotico-resistenza: 11mila morti l’anno.
Un argomento particolarmente delicato e impattante per i servizi sanitari le cui cause sono collegabili anche alla qualità e all’efficacia dei servizi di sanificazione.
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Roberto Gravina ha presentato un’interpellanza per chiedere chiarimenti proprio in merito alla gestione dei servizi di pulizia e sanificazione all’interno degli ospedali pubblici del Molise.
Il documento, sottoscritto anche dagli altri eletti 5s, Andrea Greco e Angelo Primiani, punta a ottenere chiarimenti su un tema che è particolarmente rilevante anche alla luce del ricorso al subappalto per parte delle prestazioni previste dal contratto, con potenziali conseguenze sulla qualità, la sicurezza e la tracciabilità delle attività svolte, soprattutto in ambienti ospedalieri a elevata complessità come le sale operatorie e le unità di degenza, nonché sui controlli effettuati dall’Asrem.
«Non basta parlare di sanità pubblica. Bisogna capire cosa succede dentro gli ospedali, nei reparti e negli ambienti più delicati: là dove l’igiene non è un dettaglio ma la prima misura di prevenzione», dichiara Gravina. Quindi, le sue domande: «Chi garantisce oggi che ogni sala operatoria, reparto, corridoio e ambiente ad alta criticità sanitaria sia trattato secondo i protocolli previsti? La risposta non può essere evasiva. Le infezioni ospedaliere – in Italia tra 450 e 700mila casi all’anno – sono una realtà concreta, non un rischio teorico. E in Molise, come altrove, la prevenzione comincia da procedure esatte, da personale formato e da controlli documentabili».
L’interpellanza, indirizzata al presidente della giunta regionale, sollecita una ricognizione puntuale delle modalità con cui vengono effettuate le operazioni di sanificazione e pulizia nei reparti, chiedendo di conoscere nel dettaglio le procedure applicate, la frequenza degli interventi e i prodotti utilizzati. Si richiede inoltre di verificare se le attività risultino conformi alla normativa nazionale e regionale vigente, in particolare nei contesti ad alta criticità clinica.
«La pulizia negli ospedali deve essere trattata come un elemento fondamentale della sicurezza sanitaria, con un’attenzione rigorosa e costante. – prosegue Gravina –. Serve chiarezza su chi fa cosa, con quali competenze e secondo quali standard. Il subappalto, se non è rigidamente controllato, frammenta la responsabilità e apre spazi pericolosi in cui si può insinuare la superficialità o il disordine operativo. E il prezzo, in questi casi, non è una questione contabile: lo pagano i pazienti, i medici e tutto il personale sanitario».
A fronte di un servizio che incide direttamente sulla sicurezza delle persone, il consigliere pentastellato chiede che Regione e Asrem garantiscano trasparenza, tracciabilità e rigore nei controlli, anche con la pubblicazione periodica dei dati e con la verifica puntuale dei contratti e delle prestazioni erogate. L’Asrem, incalza ancora Gravina, ha effettuato audit interni per controllare il rispetto dei protocolli igienico-sanitari, in quali strutture, e con quali esiti?
Il documento mira anche a chiarire se il personale impiegato nei servizi di sanificazione sia in possesso dei requisiti richiesti e abbia ricevuto una formazione specifica. Oltre che a fare luce sulla catena di responsabilità tra appaltatore e subappaltatori, per capire come siano ripartiti compiti e obblighi e come si garantiscano qualità, sicurezza e tracciabilità. Altro nodo riguarda i dati sulle infezioni correlate all’assistenza (Ica) dal 2022 a oggi. Sono disponibili i dati per struttura, reparto e tipologia di infezione, e quali strumenti di verifica sono stati adottati per valutarne l’andamento?
«Il tema non riguarda solo l’affidabilità della prestazione – conclude Gravina – ma la capacità del sistema sanitario regionale di garantire standard minimi di prevenzione e trasparenza e, soprattutto, una elevata qualità del servizio ai degenti».