La competenza sulla sanità, riconsegnata nelle sue mani dall’ex consigliere delegato Roberto Di Pardo, resterà proprio lì: saldamente nelle mani del governatore Francesco Roberti. Che ha intenzione di utilizzarla intanto per proporre un atto di indirizzo al Consiglio regionale sull’integrazione fra Cardarelli ed ex Cattolica. Il progetto che passa per l’acquisto delle mura dell’edificio ancora di proprietà dell’Università di Milano, precisa a Primo Piano il governatore del Molise, è tutt’altro che archiviato.
Roberti lo ritiene anzi strategico per cominciare a costruire un modello di sanità che sia aderente alle esigenze dei molisani e al contempo più economicamente sostenibile e quindi in grado di passare anche il vaglio del famigerato tavolo tecnico. «Se invece di mantenere due Emodinamiche, peraltro situate a poche decine di metri una dall’altra, al Cardarelli e al Responsible, decidiamo a chi far gestire un solo laboratorio interventistico a Campobasso, probabilmente Roma sarà meno categorica nel sollecitare la chiusura dei reparti, perché ne avremo già tre e non più quattro», spiega il presidente. Allo stesso tempo, ribadisce, «se ai tecnici e ai Ministeri portiamo i numeri aggiornati dei reparti di cui si chiede la chiusura, probabilmente capiranno che si sta lavorando e ottenendo risultati per arrivare a una deroga. Faccio di nuovo l’esempio del Punto nascita di Termoli: da sei mesi, da quando c’è il dottore Biondelli, i parti sono già oltre 200 e con questa tendenza l’obiettivo si può cogliere. Ma se nessuno porta questi numeri a Roma…».
Si ferma qui, dice di non voler riaprire la polemica con i commissari Bonamico e Di Giacomo. «Li ho fatti nominare io, ma mi sono accorto che servirebbe cambiare», aggiunge solamente. Ma ha scelto un’altra tattica, quella cioè di stare sul fronte politico.
Già a margine dell’assemblea organizzata venerdì pomeriggio a Isernia dal comitato “In seno al problema”, Roberti ha confermato la convinzione che si possa arrivare a una gestione meno ingessata della sanità, non solo in Molise, verificando (e poi però modificando) l’adeguatezza dei parametri del decreto Balduzzi. «Abbiamo insediato un gruppo di lavoro – ribadisce a Primo Piano – che ha questo obiettivo. Molte regioni si trovano in difficoltà. In particolare, quello che chiediamo è che si tenga conto non solo del numero di abitanti nella determinazione dei parametri per aprire o tenere aperti reparti, ma anche della densità della popolazione e dell’orografia dei territori. Facciamo l’esempio di un infarto a Venafro, non ci sarebbero i tempi tecnici per portare l’infartuato al Cardarelli, quindi per un intervento sicuro ed efficace».
La via politica, dunque. Questa intende seguire il presidente della Regione per provare a cambiare le cose. Cominciando con la riproposizione dell’integrazione Cardarelli-ex Cattolica. «Riproposizione – conclude Roberti – che passa per un atto di indirizzo per la creazione di uno staff dedicato a questa operazione, che si occupi anche di tutte le verifiche e gli studi necessari per realizzarla».
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