Gestire al meglio, con una equipe multidisciplinare che ha nel medico di famiglia un perno essenziale, le patologie croniche nel luogo di cura più vicino agli utenti e decongestionare così gli ospedali, in particolare i Pronto soccorso riducendo gli accessi impropri.
Questi alcuni degli obiettivi della sperimentazione avviata da un mese nei distretti sociosanitari molisani, in due dei tre è partita ed è stata verificata dall’Agenas la scorsa settimana, e che riguarda le Case della Comunità.
La “rivoluzione”, nel modello ma anche nella concezione del lavoro del medico di base, è partita dunque al Vietri di Larino e al Ss Rosario di Venafro. Quindici i camici bianchi che hanno dato la disponibilità per il distretto di Campobasso, 23 per quello di Isernia e 20 per Termoli.
L’attivazione è stata autorizzata dal commissario della sanità Marco Bonamico che d’intesa con il sub commissario Ulisse Di Giacomo, con proprio decreto ha autorizzato a inizio maggio l’attivazione, in via sperimentale, dei modelli organizzativi delle tre Case di comunità, una per ogni distretto. Il modello, per dirla più tecnicamente, prevede la partecipazione dei medici di medicina generale ad attività oraria e l’attivazione degli ambulatori diurni di medicina generale. Questa la formula innovativa, che va di pari passo anche con la riforma della medicina di prossimità, a partire dal ruolo unico di assistenza primaria (che comprende anche le ex guardie mediche).
Gli ambulatori saranno operativi mediante un medico a ciclo orario e un infermiere del distretto, nei giorni feriali, per un massimo di dieci ore al giorno, «preferibilmente a garanzia di una fascia oraria mattutina ed una fascia oraria pomeridiana, secondo determinazioni distrettuali».
Mercoledì e giovedì scorso i tecnici dell’Agenas hanno visitato le Case della Comunità di Larino e Venafro. Sono 1.717 quelle programmate in tutta Italia. Delle 46 attivate ad oggi in tutta Italia, quelle del Vietri e del Ss Rosario – hanno fatto sapere i vertici dell’Asrem – hanno raggiunto gli obiettivi con la presenza sia dei servizi medici che infermieristici. Alcune procedure sono ancora in via di completamento e si sta affinando la presenza di medici e operatori sanitari nelle ore settimanali richieste, «ma la strada per il definitivo raggiungimento del target è quella giusta», così la direzione strategica di via Petrella.
Finanziate con il Pnrr Salute, l’orizzonte temporale per terminare gli investimenti è quindi ormai ridotto. I tempi stringono. Tra le iniziative più caratterizzanti delle Case della Comunità, c’è l’ambulatorio con i medici di famiglia. Traguardo che in Molise è stato tagliato già per due delle strutture interessate su tre.

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