In Molise e in Italia non mancano i medici, mancano gli specialisti. La sintesi della presidente dell’Ordine Carolina De Vincenzo punta al cuore del problema: le scuole di specializzazione, il fatto che Stato e Regioni non finanzino adeguatamente ed efficacemente le borse. E quindi ci sono migliaia di medici che non hanno «possibilità di formarsi dopo la laurea, requisito indispensabile per lavorare nel servizio sanitario nazionale».
Nel suo intervento il governatore Donato Toma conferma l’impegno a reperire risorse per borse aggiuntive per specializzazioni gestibili anche attraverso accordi con altri atenei. Non solo, rilancia l’idea del policlinico – o neglio dell’azienda ospedaliera che è allo studio – che permetterebbe al Cardarelli di offrire «un numero congruo di reparti» rispetto al bisogno di salute dei molisani e formare i medici. A margine dell’iniziativa in cui ha detto tutto il resto, il governatore spiega che dell’azienda ospedaliera si sta occupando confrontandosi «con l’Unimol e con il direttore generale dell’Asrem, che ha chiuso il bilancio a +800mila euro ed pronta per essere rilanciata». E il tavolo tecnico? I rilievi, aggiunge, riguardano i conti dell’azienda di via Petrella (i cui vertici sono vicini alla linea del rinnovo) in maniera non significativa.
All’assemblea annuale dell’Ordine – che ha approvato i bilanci e portato a termine altri adempimenti statutari – si è parlato naturalmente della strettissima attualità. La sanità commissariata, il ritorno dei medici pensionati in corsia (ora bloccato in attesa di un parere della Funzione pubblica), del tavolo tecnico che ha bocciato i conti 2018 aprendo al rischio assai concreto di un aumento delle tasse e del blocco delle assunzioni. «Siamo preoccupati che non si arrivi al cuore del problema e vengano trovate soluzioni tampone. Il vero problema – ha detto la presidente De Vincenzo – è attrarre giovani specialisti nella nostra regione. Qui le condizioni lavorative attuali sono più scadenti rispetto a quelle di altre regioni più fortunate, se non faremo un politica di attrazione non potremo mai coprire gli organici. Tutte le Regioni finanziano borse aggiuntive relative al loro fabbisogno, tranne il Molise. Se sei anni fa si fossero finanziate, per esempio, tre borse di Pediatria oggi avremmo i pediatri che servono all’ospedale».
Protagonisti, insieme ai professionisti che festeggiano i 50 anni dalla laurea, i 45 giovani medici che hanno giurato con la formula di Ippocrate. A loro, il governatore ha fatto appello: «Scommettiamo insieme su questa terra». Non è facile. Il sistema sanitario nazionale, a 40 anni dalla sua nascita, vive problemi importanti. In Molise, a complicare le cose c’è il piano di rientro dal debito. «Un quadro che impone soluzioni politiche condivise, la soluzione dei commissari non è la soluzione. È stato dimostrato proprio in questi giorni. I numeri hanno potenza se si va oltre quello che rappresentano numericamente. Insieme alle altre Regioni ho chiesto un tavolo con Conte sul punto».
Toma ha confermato la contrarietà al ritorno dei medici pensionati in corsia e ha espresso la «personale vicinanza alla posizione dell’Ordine». Si tratta di un «richiamo alle armi» che non lo convince. Il piano di rientro è un «grande impedimento» anche riguardo all’idea del policlinico che Toma ha lanciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, «per la verità stiamo studiando anche l’azienda ospedaliera che forse è più realizzabile».
Rischi significativi – ha spiegato – derivano anche dall’autonomia differenziata così come la chiedono i governatori leghisti. Infine, l’edilizia sanitaria. Il piano di investimenti da 100 milioni è ancora fermo, serve un decreto dei commissari per avviare l’iter per l’accordo di programma. La Regione ha impegnato i 5 milioni che le tocca mettere sul tavolo come cofinanziamento. «Ho inviato ai commissari la mozione approvata dal Consiglio e la richiesta di procedere al decreto», ha detto Toma. In pratica, una messa in mora.
Quindi, l’invito ai giovani medici. A una in particolare, l’appello a tornare in Molise. Daniela Pedicino, cardiologa della Fondazione Gemelli, insignita a marzo del premio William W. Parmley Young Author Achievement Award (al Congresso internazionale dell’American College of Cardiology). La giovane dottoressa molisana è autrice di un lavoro scientifico che esplora nuovi target cellulari e molecolari in casi di infarto del miocardio.
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