‘No’ al taglio indiscriminato dei servizi e, nel caso del Molise, neppure il ricorso ai medici militari può essere considerata la soluzione ottimale. Ne è convinto Filippo Anelli, presidente nazionale del Fnomceo, arrivato ieri Isernia per prendere parte alla giornata conclusiva del corso teorico-pratico sull’emergenza urgenza promosso dall’Ordine dei Medici. Il ‘caso Molise’ continua a far discutere ed avviso capo della federazione dei medici la necessità di razionalizzare la spesa non può ridursi ad un taglio indiscriminato dei servizi. Il rischio è il default in sanità, soprattutto in quelle regioni, come appunto il Molise, che vivono già una situazione di profonda sofferenza.
«Il problema reale – ha evidenziato – è legato al definanziamento del servizio sanitario nazionale. E in una situazione di questo genere, in cui l’Italia riesce a mantenere ancora oggi buoni risultati di salute, le regioni che maggiormente soffrono della mancanza di risorse sufficienti sono quelle più piccole, come appunto il Molise. Il vero tema – ha ribadito – è il definanziamento e da qui la richiesta al ministro di aumentare il finanziamento al servizio sanitario nazionale». Per quel che riguarda la carenza di personale, la soluzione non può essere certo quella di ricorrere ai medici militari. Ad avviso del vertice della Fnomceo, sarebbe più opportuno aumentare le borse disponibili destinate alla specializzazione. «Il ministro Gri– ha affermato – ha annunciato di aver aumentato a 8mila il numero delle borse, anche se questa non è ancora una soluzione. Abbiamo chiesto una misura straordinaria, consentire cioè agli specializzandi all’ultimo anno di poter terminare il loro percorso formativo negli ospedali». In attesa di risposte dal Governo, il problema resta. E intanto il presidente dell’ordine dei medici di Isernia, Fernando Crudele, ha rilanciato la sua proposta per fare fronte alla cronica carenza di medici in corsia, situazione che si fa più critica nei reparti di Emergenza.
«La soluzione più rapida e fattibile – ha sottolineato – è quella di modificare il rapporto di lavoro dei medici convenzionati del 118, facendoli transitare alla dirigenza medica. In tal modo si risolverebbero i problemi legati alla carenza di personale dei pronto soccorso. Vantiamo 20 anni di esperienza in campo di emergenza-urgenza e non abbiamo nulla da imparare dai giovani colleghi specializzandi oppure dai medici militari. Siamo pronti a questa sfida. Serve solo una semplice modifica, la stessa che tra l’altro hanno già apportato in altre realtà, come l’Abruzzo, il Lazio e la Campania. Una modifica – ha sottolineato infine Crudele – che proponiamo da 2007, ma senza ottenere risposte».

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