Cittadini a difesa della sanità pubblica e i sindacati Soa e Cub hanno incontrato la stampa per illustrare le motivazioni e le modalità della manifestazione di protesta del 3 marzo.
«Ci sarà per la prima volta dopo tanti anni uno sciopero generale, non indetto dei sindacati confederali che non l’hanno ritenuto, ahimè, opportuno. Lo abbiamo fatto noi, sindacati di base, per l’intera giornata e per tutta la regione», ha detto Andrea Di Paolo del Soa.
«Non si possono chiudere i servizi nella sanità pubblica per poi aprirli nel privato. Trecentomila abitanti hanno bisogno di un’organizzazione decentrata dei servizi sanitari – ha aggiunto Enrica Sciullo, infermiera all’ospedale di Agnone – Come mai i numeri si vengono a cercare solamente nelle strutture pubbliche e mai nelle strutture private?».
Ai commissari, al presidente della Regione e ai direttori generali il portavoce del comitato Ss Rosario di Venafro Giannini ha mandato a dire, dalla conferenza tenuta davanti al Consiglio di via IV Novembre, che «i tagli non servono più. Lo ha detto anche il ministro Speranza che il tempo dei tagli è finito, adesso bisogna cominciare a investire nella sanità. Tra l’altro il Patto per la salute alla scheda 15 prevede la revisione del decreto Balduzzi che tanto penalizza questa piccola regione».
A Termoli, fra le partite aperte c’è quella sul punto nascita. Ad aprile è in programma l’udienza di merito al Tar dopo la sospensiva del provvedimento di chiusura del reparto. L’udienza che definirà le sorti del punto nascita «e di conseguenza anche di altri reparti, la pediatria, il nido, il consultorio. I sentimenti che emergono – le parole di Cinzia Ferrante del comitato ‘Voglio nascere a Termoli’ – sono di insicurezza e paura tanto che alcuni comitati hanno avviato l’iter per annettersi ad altre Regioni». Il riferimento è all’iniziativa del Comitato San Timoteo.
Riconvertito – come il Ss Rosario – in ospedale di comunità e casa della salute, il Vietri non è più ospedale ma struttura di assistenza territoriale. «Non è tanto la città di Larino quella in sofferenza – così Dilma Baldassarre del Comitato Basso Molise bene comune – ma tutto un bacino di utenza costituito da 15 comuni disagiati sia per il sistema viario sia per i tempi di percorrenza. E siamo all’interno di un cratere sismico, per cui la situazione è gravissima, molto penalizzante».
Oggi pomeriggio è in programma un’assemblea pubblica a Palazzo San Giorgio. E c’è pure una raccolta firme per sfiduciare il governo regionale. «Loro dicono: siamo stati votati per rappresentare il popolo. Noi raccoglieremo – è la sfida lanciata da Emilio Izzo – il doppio dei voti che loro hanno avuto per dire: adesso ve ne andate a casa».
red.pol.

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