Ospedale destinato alla cura del covid-19 del Molise ma con reparti non covid ancora aperti e funzionanti.
Progressivamente il Cardarelli, ospedale hub della rete regionale in gestione ordinaria, si va svuotando però di attività perché come era fisiologico aspettarsi i contagiati da coronavirus che hanno bisogno di ospedalizzazione aumentano ed è fondamentale – anche in base alle linee guida ministeriali – limitare al massimo il rischio di contagio.
Ieri mattina, momenti di tensione e preoccupazione in Medicina. È stato effettuato un tampone a un paziente ricoverato da qualche giorno con una polmonite e che – a quanto pare – è stato assistito dalla figlia che è rientrata dal Nord. Quando i medici ne hanno avuto contezza, è scattato l’allarme ed è stato effettuato il test. Fino all’esito, nel pomeriggio alle 16, tutti dentro: medici, infermieri, ausiliari, pazienti, sembra anche un detenuto accompagnato proprio ieri in Medicina dalla Penitenziaria. Per fortuna, l’esito è stato negativo. Pericolo scampato, ma è il quarto tampone effettuato in reparto dall’inizio dell’emergenza coronavirus.
Come in tutte le altre strutture ospedaliere e sanitarie d’Italia, i dispositivi protettivi – soprattutto quelli Fpp3 – sono distribuiti col contagocce al personale dei reparti non covid che quindi è costretto a riutilizzarli più volte.
Ad ogni modo, il piano per alleggerire il Cardarelli e gestire la crisi è stato approntato dall’Asrem e illustrato ieri mattina dal dg Oreste Florenzano nella riunione del tavolo permanente istituito in Consiglio regionale.
Nella prima prima fase, sono previsti un totale di 10 posti letto di rianimazione e 9 di malattie infettive al Cardarelli, ospedale hub. Per la seconda fase, invece, si prevede un innalzamento a 13 posti letto per terapia intensiva, con l’aggregazione di medicina di accettazione e di urgenza, e a 21 posti letto di malattie infettive, con l’accorpamento di urologia. Nella terza fase, poi, con l’accorpamento del blocco operatorio, i posti di terapia intensiva salgono a 19, mentre quelli di malattie infettive a 37, utilizzando tutto il quinto piano del Cardarelli. La quarta fase, quella di maggior gravità dell’emergenza, prevede il coinvolgimento degli ospedali spoke, in particolare Termoli ed Isernia, nonché dei privati accreditati Neuromed e Gemelli. In quest’ultima fase, dovendo interessare le strutture spoke per il covid, è previsto l’utilizzo, come sta già accadendo, degli stabilimenti sanitari di Larino e Venafro per la gestione di malati con necessità di livello assistenziale più basso, senza terapie intensive.
Toma ha invece evidenziato la decisione dell’unità di crisi da lui insediata a Palazzo Vitale di mettere a disposizione dell’Asrem, un informatico, un epidemiologo e di un ingegnere, provenienti dall’Arpa, che già stanno elaborando un modello di sviluppo probabilistico del virus sul territorio molisano sulla base delle esperienze riscontrate in altre regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto). Si tratta solo di probabilità, ha specificato, la cui verifica totale o parziale dipende dai comportamenti sociali dei cittadini rispetto alle ordinanze e restrizioni emanate dalle autorità competenti.

r.i.

Stop a ricoveri programmati e d’urgenza, la Pediatria si sposta al Veneziale di Isernia

Chiude la Pediatria del Cardarelli, ricoveri programmati e d’urgenza sono stati sospesi temporaneamente con una disposizione del direttore sanitario dell’Asrem Virginia Scafarto e del direttore sanitario dell’ospedale unico regionale Celestino Sassi.
Il provvedimento è stato deciso per prevenire e comunque limitare il potenziale rischio da contagio rappresentato dall’accesso di soggetti esterni nelle strutture sanitarie. Le attività sono svolte al reparto di Pediatria del Veneziale di Isernia. La disposizione, a ciascuno per quanto di sua competenza, è stata inviata ai direttori sanitari di Isernia, Termoli e Agnone, ai responsabili delle Pediatrie interessate, ai Pronto soccorsi e al direttore del 118.

Un Commento

  1. Michelino tartaglia scrive:

    Ma perché non si riapre il vietri come ospedale covid19 è lasciare il cardarelli per tutti glia altri problemi .
    Ma tutte le persone che hanno tanti altri problemi dove vanno.
    Ma dov’è TOMA ?

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