Dal 4 maggio circa 500 (probabilmente ora di più) molisani sono rientrati da altre regioni: al proprio domicilio o alla propria residenza, costretti alla quarantena dall’ordinanza del governatore. Ma rappresentano un target a cui dare massima attenzione.
Per questo l’Asrem ha disposto che siano sottoposti a test sierologici. Test che l’azienda ha acquistato da una ditta di Milano tre settimane fa, sono 2mila i kit di cui dispone ora via Petrella. «E li utilizziamo adesso per le persone che sono tornate in Molise e si sono registrate ai nostri numeri», spiega a Primo Piano il dg Oreste Florenzano. Tramite il dipartimento di prevenzione, aggiunge, verranno chiamate e saranno sottoposte a test rapido a Termoli, Isernia e Campobasso.
Si tratta di una misura precauzionale, non diagnostica. Perché l’attendibilità è relativa, una positività rappresenta la spia di qualcosa da indagare.
Effettuato il test con il ‘pungidito’, il risultato sulla presenza di anticorpi o meno rappresenta l’accesso eventuale alla fase successiva. «Ove riscontriamo particolarità, effettueremo il tampone molecolare», ancora Florenzano. Uno screening che l’azienda sanitaria ritiene di grande importanza anche in relazione al probabile andamento epidemiologico dei prossimi dieci giorni e in funzione della necessità di contenere e far abbassare l’indice Rt. Chi rientra dal Nord, è un dato di fatto, proviene da una zona in cui il virus sta continuando a circolare di più che in Molise, anche se con meno vigore. I risultati dei test sierologici quindi costituiranno una delle basi su cui Asrem relazionerà alla Regione in vista delle riaperture.
Intanto, prosegue l’interlocuzione con la struttura commissariale per quanto riguarda la fase di gestione dell’emergenza sul medio-lungo periodo. L’idea dell’Asrem, per separare anche fisicamente l’attività ordinaria del Cardarelli con quella necessaria per i Covid, è di acquistare moduli di rianimazione, «prefabbricati specifici per terapie intensive come ne sono stati utilizzati in Campania e in altre Regioni» comprensivi dell’impianto con tutte le strumentazioni necessarie. L’obiettivo, spiega il dg, è avere «un percorso ulteriormente separato dall’ospedale e la garanzia dei servizi dell’ospedale più avanzato del Molise».
Infine, Florenzano dà il suo riscontro ai fornitori che hanno lamentato qualche giorno fa il ritardo di ormai sei mesi nel pagamento delle loro fatture. «Ho letto la loro protesta ed è mia intenzione di incontrarli . Ci sono delle difficoltà di tipo finanziario. Vorrei chiarire una cosa, però: il 95% riconosciuto ai privati è una questione che non attiene alle casse Asrem ma a fondi regionali. Il consuntivo del 2019 si chiuderà con un grave deficit per l’azienda. Io voglio naturalmente fare un piano di rientro con i fornitori, ma è indispensabile che abbia la disponibilità finanziaria adeguata».

r.i.

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