18 maggio 2020: in Italia finisce il lockdown. In Molise finisce anche la tregua sulla sanità. Proprio nel giorno in cui comincia la fase 2, torna a riunirsi in videoconferenza il tavolo tecnico.
Un ritorno alla normalità che parla sempre e ancora la lingua dei numeri, tornati drammaticamente negativi: a dicembre 2019 il disavanzo del servizio sanitario regionale era di 60 milioni, lievitato nei primi mesi del 2020 – una volta diventata ‘ufficiale’ pure a Roma l’esposizione debitoria nei confronti dell’Inps per i contributi post sisma non pagati dalle ex Asl – a 103. Numeri da brivido che azzerano anche psicologicamente gli sforzi compiuti negli ultimi anni e che comprendono tasse alle stelle per anni e di nuovo dall’anno di imposta 2019, un mutuo da 252 milioni firmato da Frattura col Mef (graverà per 30 sui molisani per 15 milioni all’anno) e una riorganizzazione dei servizi che ha tagliato reparti e riconvertito ospedali.
I macrodati sono ormai noti: dal 2015 al 2018, hanno ricostruito il commissario e la sub, la Regione non ha trasferito completamente alla sua direzione Salute l’extra gettito fiscale. Quindi, la dg Salute non ha trasferito ad Asrem. Un circolo vizioso che impedisce (e lo ha impedito) di pagare con puntualità i fornitori. Gli uffici di via Petrella negli ultimi anni avevano migliorato la performance ma non si erano messi in pari. Oggi ci sono fornitori che lamentano sei mesi di fatture arretrate.
I mancati trasferimenti, circa 30 milioni di euro (27,5), sono stati elencati nell’audizione dell’anno scorso in Consiglio regionale il 10 dicembre e poi dettagliati anche nella relazione alla Corte dei conti che Giustini ha prodotto qualche giorno dopo.
Dalla coordinatrice del tavolo tecnico Angela Adduce, che l’altro ieri avrebbe contestato anche la modalità di trasferimento della tranche da 4,2 milioni che mancava all’appello per il 2018, sarebbero arrivare strigliate e reprimende. Alla struttura commissariale in particolare perchè non farebbe abbastanza: inadempienza, mancata vigilanza. Concetti già presenti nel verbale di novembre scorso. Giustini e Grossi non sono rimasti in silenzio, respingendo le accuse al mittente. È lo stesso generale a confermare: «Non è andata bene, certo. Ma oltre a ricostruire il disavanzo creato negli anni trascorsi, ad aver denunciato pubblicamente, riferito tutto in Consiglio regionale, firmato decreti e inviato un report alla Corte dei conti cosa dobbiamo fare? Vogliamo assumerci le responsabilità ma le colpe che non abbiamo le respingiamo con forza».
Per Giustini, la Regione deve versare il dovuto. Certo però non tutto il debito è costituito dai mancati trasferimenti, con l’approvazione dei rendiconti di Asrem e Gsa per il 2019 si capiranno anche le altre voci che lampeggiano in rosso.
Comunque, un rosso da 103 milioni: cifra che il Molise non ‘subiva’ da molti anni. E così la nostra sanità resta nel pantano. A una distanza siderale dall’uscita dal tunnel che solo un anno e mezzo fa (il verbale di novembre 2018 è stato l’ultimo ragionevolmente positivo) sembrava alla portata.
ritai

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