Nel giorno in cui – a distanza – batte il governatore, il generale a riposo Angelo Giustini resta in silenzio. Il suo telefono squilla ma evidentemente è impegnato e non può rispondere. Che non voglia non è verosimile: il Consiglio regionale ha appena approvato l’indicazione di «individuare, con le modalità previste dal citato decreto (il dl Rilancio, ndr), nel Vietri di Larino la struttura in cui ospitare un ospedale Covid regionale, anche in coerenza con il fabbisogno di assistenza sanitaria per i servizi della rete territoriale».
I consiglieri hanno ricevuto domenica sera il suo progetto in bozza, Giustini chiedeva un riscontro entro oggi ai fini dell’invio a Roma per il finanziamento come piano Covid previsto dall’articolo 2 del decreto 34.
Il governatore Toma ha valutato assai carente il progetto. E ha segnalato che il Vietri non è a norma dal punto di vista dell’adeguamento antisismico. Ma cosa prevede il progetto? Nella parte descrittiva del documento si legge che la proposta è di ricavare al primo piano, dove già sono presenti 5 posti letto di terapia intensiva, altri 5 posti allocati in degenze doppie con spazio utile di circa 50 metri quadri. «Sempre nella stessa area della struttura ospedaliera, dove attualmente sono presenti le sale operatorie, è possibile collocare altri 4 posti di terapia intensiva in degenza multipla, lasciando comunque attive una sala operatoria complessa ed una per piccoli interventi».
Per 5 dei posti in terapia intensiva – prosegue il documento – c’è bisogno di un ammodernamento tecnologico delle apparecchiature; mentre per tutti i nuovi 9 posti previsti c’è bisogno di nuovi macchinari. Inoltre, per 4 di questi nuovi posti necessario un intervento di «riorganizzazione distributiva ed impiantistica».
Sempre nell’area ad alta complessità, è prevista l’attivazione di 20 posti di semi intensiva in «degenze doppie già predisposte, dotate di servizi igienici, senza necessità di interventi murari ma con ammodernamento tecnologico delle apparecchiature. A servizio di tutta l’unità operativa dovrà essere fornita l’attrezzatura mobile di emergenza».
Interventi di ristrutturazione saranno necessari per dotare la parte di edificio destinata al Covid di zona filtro per il personale addetto e per i degenti, di un percorso di accesso differente sporco-pulito, in quanto non deve esserci punto di incontro tra chi accede dal di fuori e chi esce dalla terapia intensiva; si prevedono quindi, oltre ai corridoi separati, una stanza di vestizione e una stanza di svestizione (al termine del corridoio sporco) dove ci si cambia prima di uscire. Inoltre, un impianto di areazione a pressione negativa, un locale medici, un locale lavoro infermieri, servizi igienici per il personale, un deposito dei presidi sanitari ed altro materiale pulito, un deposito materiale sporco, un’area di attesa per i visitatori e una per la disinfezione e il lavaggio di attrezzature e materiali, un deposito per bombole gas medicali.
«I tempi di realizzazione degli interventi previsti per l’utilizzo di tutta l’area ad elevata complessità è di 60 giorni», scrive Giustini. «Per le sue dotazioni che vanno dalla terapia intensiva alle sale operatorie, dalla radiologia alla dialisi, dal laboratorio di analisi al centro trasfusionale, dal pronto soccorso alla camera iperbarica, dal centro antidiabetico all’Udi e ultimo, ma non per importanza, alla riabilitazione (20 posti attuali) anche di carattere pneumologico, l’ospedale può gestire il paziente Covid-19 in tutto il suo percorso», prosegue il commissario. Che ritiene il Vietri sia idoneo e coerente con le linee di indirizzo predisposte dal ministero della Salute previste all’articolo 2 del dl 19 maggio 2020, n. 34.
Infine, Giustini rilancia la sua idea di realizzare al Vietri un Irccs per le malattie infettive che si aggiunga ai già esistenti (52) pubblici e privati e che sia messo in rete con Spallanzani, Sacco e Cotugno.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.