La voce circolava da giorni. Avvalorata anche dalle dichiarazioni del presidente della Regione Toma durante il Consiglio di lunedì: al progetto inviato da Giustini ai consiglieri regionali manca la firma della sub Ida Grossi.
Se l’abbia poi apposta quando il piano per il centro Covid al Vietri di Larino, sottoscritto dal generale, è stato inoltrato al ministero della Salute attraverso la piattaforma Siveas non si sa ufficialmente.
Lei, l’ex direttore dell’azienda sanitaria di Asti scelta dal governo 5s-Lega (e che tutti pensano sia stata indicata dalla componente pentastellata che allora guidava il dicastero con Giulia Grillo), non rilasci dichiarazioni. Fedele alla sua linea del silenzio, non la tradisce in un momento tempestoso.
Che la sua firma sia in calce all’atto inviato dal presidente Toma (che lo ha sempre preferito a quello di Larino) a Roma – e che riguarda invece l’allestimento di un centro Covid nell’hospice del Cardarelli (struttura adiacente all’ospedale regionale ma separata) – è ormai (quasi) certo.
Illustrando la situazione al tg di Teleregione, ieri, il dg dell’Asrem Oreste Florenzano ha detto fra le altre cose che quel piano è stato redatto «con il sub commissario, con la direzione Salute e con l’Asrem».
Qualche indiscrezione dal palazzo sfugge e pare proprio che il progetto alternativo a quello di Giustini sia stato sottoscritto dalla Grossi, dal direttore generale per la Salute Lolita Gallo, dal dg dell’Asrem Florenzano e dal suo direttore sanitario Virginia Scafarto.
A Giustini, ha detto pure il manager napoletano che guida via Petrella da fine febbraio, i vertici Asrem hanno inviato anche un progetto di centro Covid al Vietri, i cui costi sono inferiori a quelli previsti dal piano del commissario. Che, però, prevede la trasformazione dell’attuale casa della salute in un dipartimento o Irccs interregionale per le malattie infettive. E non solo, come il dl Rilancio chiede per lo stanziamento di circa 9 milioni, l’attivazione di 14 posti letto aggiuntivi di terapia intensiva e di 20 di sub intensiva (oltre al rafforzamento dell’area dell’emergenza e incentivi e assunzioni di personale).
Il Ministero ora ha 30 giorni di tempo per decidere. E una struttura commissariale che in Molise si è divisa (salomonicamente?) a metà: Giustini da un lato con il piano che ha avuto l’ok del Consiglio (su mozione 5s-Pd) ed è supportato da molti comitati e da 120 sindaci), Grossi dall’altro e con gli altri (il presidente della Regione e l’Asrem).

r.i.

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