Dice l’Università Cattolica, attraverso la sua alta scuola di management Altems, che il Molise è una delle otto Regioni che non hanno deliberato con un provvedimento il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per il Covid.
In buona compagnia, dunque, nell’elenco di chi non ha deliberato per esempio c’è il Lazio. Ma la peculiarità del Molise è che a Roma ha spedito non uno bensì due progetti. Trecentomila assistiti, una sola azienda sanitaria, due opzioni differenti di potenziamento della rete ospedaliera (riguardano due ospedali diversi). Nessun provvedimento che li abbia approvati. Colpa del commissariamento in combinato disposto con le norme emergenziali Covid che vedono il presidente soggetto attuatore (per l’incertezza sulle competenze) o colpa del forte contrasto che è esploso
Vietri ospedale Covid, con un futuro da dipartimento interregionale (o Irccs) per le malattie infettive: questo il progetto inviato dal commissario della sanità Angelo Giustini il 16 giugno attraverso la piattaforma Siveas. Hospice del Cardarelli (struttura adiacente ma separata dall’ospedale regionale) centro Covid: questa la proposta inviata dalla dg Salute Lolita Gallo (il giorno prima era stata inoltrata da Toma al ministro) e firmata anche dal sub commissario Ida Grossi, dal direttore generale Asrem Oreste Florenzano e da quello sanitario Virginia Scafarto.
Tredici anni di commissariamento, a Lungotevere Ripa quindi il Molise è noto per la sua ‘effervescenza’. Da lì però arriva, con le dichiarazioni alla Tgr Rai ieri, uno stop alle indiscrezioni che da ieri mattina si sono susseguite: pare che dal Ministero, non è ben chiaro se dal livello politico o da quello tecnico, sia arrivato un primo ok, pur se informale al progetto Vietri. Invece, così la Tgr, il dicastero conferma che a breve arriverà la scelta su quale sarà la struttura destinata a ospitare i malati Covid. E che ci sono quindi due piani a Roma giunti validamente dal Molise. I due progetti alternativi sono, idealmente, sulla scrivania del ministro Speranza e non c’è nessuno che sia favorito rispetto all’altro. Entrambi in valutazione.
Anche il presidente della Regione Donato Toma, a Primo Piano conferma: «Ho notizia che tutti e due i progetti sono al ministero ma ancora non vengono esaminati compiutamente. Noi saremo esecutori, indipendentemente da quello che penso io in termini di posizione politica, di quanto deciderà il Ministero».
A disposizione, nel decreto Rilancio, ci sono 9,5 milioni. Entro l’autunno, questo l’obiettivo dello stanziamento per ciascuna Regione, i servizi sanitari locali dovranno essere più pronti a una eventuale seconda ondata. Per questo, la spesa delle risorse passa per le procedure più rapide e snelle della Protezione civile. Ad attuare il piano che, dopo il sì di Salute e Mef, sarà firmato dal premier Conte sarà il commissario straordinario Arcuri che potrà (e verosimilmente lo farà) delegare i presidenti delle Regioni.
Anche dal commissario Giustini, principale sponsor e unico firmatario del progetto Vietri (sostenuto da 120 sindaci e approvato dal Consiglio regionale con una mozione), arriva seppure attraverso il sindaco di Larino Giuseppe Puchetti una smentita delle indiscrezioni. Dopo un incontro con Giustini, il sindaco dichiara: «La notizia diffusa in mattinata riguardante l’approvazione da parte del Ministero del progetto ospedale Covid al Vietri non è né ufficiale né tanto meno ufficiosa. Sappiamo che il progetto è stato regolarmente inviato e ricevuto dal Ministero che si pronuncerà nell’arco di un mesetto. Naturalmente restiamo fiduciosi sul fatto che il progetto possa essere accolto ed approvato».
Un’anticipazione troppo sprint? O una voce fatta circolare per indebolire, al contrario di quanto possa sembrare, la posizione del progetto su Larino e del commissario? Qualcuno avanza pure questa ipotesi.
A breve, dice il Ministero, sapremo.

ritai

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