La partenza dal Molise, a sorpresa dopo quattro anni al vertice del centro della Cattolica, a inizio luglio 2019. Mario Zappia si dimise dall’incarico di direttore generale della Fondazione Giovanni Paolo II che stava per cambiare pelle: è diventata poi una Spa e si chiama Gemelli Molise.
Dimissioni che fecero discutere anche perché ebbero decorrenza immediata. Zappia, 58 anni, rientrò nella sua Sicilia (dove è stato anche il primo sindaco di Bronte eletto direttamente dal popolo nel 1993). Medico e dirigente regionale, da febbraio era capo di gabinetto dell’assessorato al Welfare. Da due giorni, però, è tornato al lavoro di manager della sanità, al vertice di un’azienda pubblica: la giunta Musumeci lo ha voluto a gestire le sorti dell’Asp di Agrigento. Senza dg da novembre, quando l’allora direttore Santonocito lasciò per trasferirsi a Roma (è a capo dell’Asl Roma 5), le funzioni di vertice dell’azienda erano in mano al reggente Alessandro Mazzara. L’assessore alla Salute Ruggero Razza ha scelto ora di commissariarla e mandare ad Agrigento Zappia, in passato commissario dell’Asp di Siracusa e capo della segreteria dell’assessore Massimo Russo durante la presidenza di Raffaele Lombardo.
In Molise Zappia arrivò cinque anni fa, è stato direttore generale della struttura a lungo. Da direttore sanitario, invece, si dimise dopo un’indagine (poi archiviata) sul mancato possesso dei titoli (la specializzazion in Igiene) e un’istruttoria condotta dalla Regione. A lungo il sodalizio con il presidente della Fondazione Maurizio Guizzardi è sembrato inscalfibile. Direttore generale (esterno) della sanità in Sicilia anche lui all’epoca della giunta Lombardo, Guizzardi lasciò Palermo nel 2012 per dirigere il Policlinico Gemelli. Tre anni dopo, da presidente del Cda della Giovanni Paolo II, annunciò l’arrivo a Campobasso di Mario Zappia. E sempre a lui è toccato un anno fa comunicarne le dimissioni e ringraziarlo, in un comunicato scarno perfino per il proverbiale understatement del gruppo Gemelli, per il lavoro svolto. Si vocifera che a dividere le strade dei due manager siano state proprio le scelte recenti della Cattolica sul Molise e sulla struttura di Campobasso. Acqua passata, comunque. In patria, Zappia è stato capace di essere – contrariamente al solito – profeta… O figliol prodigo.

r.i.

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