Ieri mattina Federfarma ha inviato ai medici di base la Pec con la richiesta del fabbisogno per gli over 65. Con le 24mila dosi che il Molise ha a disposizione – la metà del quantitativo necessario stimato da Asrem – si punta alla fascia da sempre più a rischio.
Quando arriveranno dalla Campania le altre dosi, si coprirà il resto del target. Che, comunque, il ministero della Salute aveva indicato negli over 60 (consigliando la gratuità da questa età in poi) vista la concomitante circolazione di Sars-Cov2 e influenza stagionale. Aiuta nella diagnosi differenziale, per via della somiglianza dei sintomi, e stimola una risposta anticorpale dell’organismo. La corsa al vaccino ha penalizzato la sanità della XX Regione che non è riuscita ad accaparrarsi in tempo il fabbisogno stimato prima della gara espletata dall’agenzia per gli acquisti d’Abruzzo Aric per le Asl abruzzesi e per l’unica molisana. E così per ora si resta al target degli anni passati e la campagna non parte, come indicato a livello nazionale e previsto pure dall’Asrem a inizio settembre, il 1 ottobre.
Concretamente, infatti, mentre nei centri vaccinali la quota di riparto sulle 24mila dosi (il 30%) sono state consegnate ieri, per i medici di famiglia qualche altro giorno ci vorrà. Il segretario regionale della Fismu Ernesto La Vecchia, confermando di aver ricevuto la Pec di Federfarma, spiega a Primo Piano di aver formalizzato subito la richiesta e che comunque per la consegna, sempre a cura di Federfarma, lui stima una settimana, dieci giorni. «Partiamo quindi il 15 ottobre, la prima fase riguarda gli over 65. Ce ne sarà poi una seconda, penso ai primi di novembre, quando arriverà la tranche di vaccini dalla Campania e da altre regioni su cui abbiamo avuto assicurazioni».
Da metà ottobre, quindi, si potrà chiamare il proprio medico di famiglia per andare a vaccinarsi.
Da alcuni sindacati era arrivata anche la richiesta di spazi al di fuori dei propri studi per effettuare la campagna, per garantire il distanziamento e le misure di sicurezza anti Covid. Ma l’Asrem non l’ha accolta: dei luoghi, ove fossero stati disponibili, andava verificata l’idoneità.
In alcune Regioni la campagna è stata affidata alle Asl, ma questo presupporrebbe – evidenzia Lavecchia – un’organizzazione territoriale particolarmente capillare. Che il Molise, inutile nasconderlo, non ha. r.i.

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