La recrudescenza del virus e i contagi registrati fra i dipendenti del Cardarelli hanno costretto l’Asrem e le strutture ospedaliere a correre ai ripari. Ma si tratta di soluzioni che ai sindacati non piacciono.
L’ipotesi in campo, pur se su base volontaria, è il ritorno ai turni di 12 ore in tutti i reparti, non più solo in quelli che curano il Covid. Un ritorno alla fase 1, in pratica. Che per quanto riguarda la rianimazione di Campobasso e le sale operatorie, che hanno numerosi infermieri in quarantena obbligatoria perché positivi, è una misura tampone pensata subito dopo l’insorgenza del cluster.
Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi e Nursing up non ci stanno. Scrivono al dg Asrem Florenzano e per conoscenza al governatore Toma, al dg Salute e al commissario della sanità.
L’azienda sanitaria, dicono, «per fronteggiare la carenza di personale intende prevedere turni doppi di servizio. Non ci sembra questa la soluzione adeguata visto che Asrem, Regione, direzione della Salute e struttura Commissariale hanno avuto diversi mesi a disposizione per prevedere un piano B in caso di recrudescenza della pandemia da Covid-19. Ai dipendenti, allo stremo delle forze, non si possono chiedere ulteriori sacrifici visto che a fronte dei tanti fatti finora non è stato corrisposto alcun riconoscimento economico e nessun miglioramento organizzativo, così come concordato con le istituzioni».
I segretari di tutte le sigle sindacali, a tal proposito, non trovano nessuna giustificazione per «gli impegni assunti e non mantenuti».
Per questo l’invito ad Asrem a «trovare soluzioni idonee al problema per non stressare ulteriormente il personale stanco sia fisicamente sia psicologicamente» e la diffida dal «porre in essere misure organizzative in contrasto con il contratto collettivo nazionale e col decreto legislativo 81/2008».

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