Un anno che è difficile persino descrivere perché ogni parola sembra non riuscire a raccontarlo completamente. Pieno di ferite da rimarginare e che il tempo potrà lenire solamente. Ferite personali, familiari, eventi dolorosi anche quelli che ha vissuto in prima persona il presidente della Regione Molise, Donato Toma. Ai quali si aggiunge la responsabilità di tenere ben salda la barra politica e amministrativa per la guida della comunità che lo ha eletto governatore che, suo malgrado, da dieci mesi ormai combatte contro l’emergenza pandemica. Appuntamento tradizionale con la conferenza di fine anno per il presidente Toma che, seppure a distanza, ha incontrato i giornalisti per riepilogare passato, presente e per disegnare il futuro della regione che guida dal maggio del 2018 e che da quasi un anno è ostaggio come del resto l’intero Paese dell’emergenza sanitaria ed economica. «Sono un ottimista per natura nonostante le vicissitudini personali, i gravi lutti» commenta mentre si accinge a raccontare questi mesi dei quali il Covid, purtroppo, è stato protagonista. Ed è anche il convitato di pietra della lunga e piena di argomenti conferenza stampa alla quale hanno partecipato, da remoto, alcuni assessori (Niro, Pallante, Marone, Cavaliere), il sottosegretario Di Baggio, il direttore del Quarto dipartimento Manuel Brasiello. A tutti loro il ringraziamento «per quanto hanno fatto nei rispettivi ambiti di competenza e per il lavoro svolto in Giunta, dove forte è stata l’azione di confronto e condivisione, a dimostrazione di quanto sia coeso il Governo regionale. E questo, reputo, sia un fatto decisamente importante, soprattutto in momenti particolarmente delicati come questo che stiamo vivendo, allorquando i cittadini chiedono alle istituzioni stabilità, coerenza ed efficienza nelle decisioni». Un incontro nel corso del quale il presidente Toma ha affrontato la questione Recovery Fund, in polemica con il Governo per la gestione di quello è davvero lo snodo tra passato e futuro, illustrando le proposte progettuali avanzate dalla Regione per circa 3 miliardi di euro e che sono state oggetto, come si ricorderà, di un consiglio monotematico. Un momento di confronto con i giornalisti – ai quali ha riconosciuto ruolo e prerogative definendoli ‘un pezzo della Costituzione’ – nel corso del quale ha affrontato i temi dirimenti per il prossimo futuro. «La vision questa amministrazione ce l’ha, ed è chiara e inequivocabile» ha detto riferendosi alle azioni immediate da mettere in campo non appena l’emergenza lo consentirà. A partire dalle infrastrutture che sono vitali, ferrovia e quattro corsie. Dai protocolli sottoscritti con le altre regioni del Centro-Sud per far sentire forte la voce di chi, per questioni meramente numeriche, purtroppo a volte non sembra averne. Per dare battaglia lì dove i piccoli rischiano di soccombere ai più forti. «Ci faremo trovare pronti – ha sottolineato -, trasformeremo in punti di forza i nostri punti di debolezza e le criticità sedimentate in opportunità da cogliere, per la costruzione di un Molise che sappia leggere l’accaduto e trarne insegnamento. Impegno nel presente, progettazione coraggiosa per il futuro. È importante pensare che ci sarà un domani non solo genericamente di luce per via della campagna vaccinale immunologica, che è appena iniziata, ma anche di risposte concrete, quelle che intendiamo dare ai nostri corregionali. La pandemia ha messo globalmente a nudo gravi vuoti e profondi errori di valutazione socio-economica. Ne dovremo uscire tutti insieme con una nuova sensibilità e una maggiore attenzione al sociale, avendo cura di guardare ad un modello di sviluppo più sostenibile. Occorreranno una vera alleanza di coesione e condivisione tra le varie forze politiche e un forte patto di concordia sociale tra queste ultime e i cittadini, pur nella diversità dei ruoli». E prima della raffica di domande, l’augurio «alle molisane e ai molisani perché il 2021 restituisca a tutti quella serenità che ci è stata sottratta».Sul tavolo anche il futuro politico. «Ricandidarmi? Al momento penso al Molise anche se qualcuno è già in campagna elettorale».

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