Il commissario Giustini, con a fianco il primario di chirurgia Cecere, ha parlato – dopo il sopralluogo al Cardarelli di mercoledì – di commistione fra i percorsi Covid e non Covid e fra le sale operatorie Covid e non.
Dall’Asrem la risposta arriva attraverso una relazione che il dg Florenzano ha chiesto al direttore del reparto di anestesia e rianimazione Romeo Flocco. In calce anche le firme della dottoressa Maria Michela Niro, del caposala Gennaro Pasquale e dell’infermiere Rosario Socci.
Flocco ricorda che «in occasione della prima insorgenza dell’emergenza sanitaria, la direzione generale Asrem ha predisposto l’attivazione di un blocco operatorio Covid-19, separato rispetto al blocco operatorio no Covid, con percorsi dedicati», blocco allestito in quello che era dedicato alla chirurgia ortopedica, «già strutturalmente separato dalle altre sale operatorie», autonomo quindi e dotato di due sale (sale 1-2), di «un’ampia sala di risveglio, spogliatoi e ambienti tecnici, tutti dotati di impianti autonomi di gas medicali e di cablaggio. Anche l’impianto di climatizzazione è risultato indipendente».
Flocco prosegue nella sua disamina dedicata al blocco operatorio Covid del Cardarelli è utilizzato per «chirurgia in pazienti Covid; chirurgia in regime di urgenza pazienti in attesa dell’esito del test molecolare coronavirus-Sars2; espletamento del parto naturale o taglio cesareo di pazienti gravide Covid; espletamento parto naturale o taglio cesareo in regime di urgenza pazienti Gravide in attesa dell’esito del test molecolare». Quanto ai percorsi, in entrata e in uscita da questo blocco Covid, «sono stati ripetutamente studiati e definiti dai designati esperti tecnici del servizio di Prevenzione e Protezione, inoltre sono stati adeguatamente rivisitati, illustrati alla presenza di ogni operatore che abbia sollevato perplessità, oltre che diffusi a tutti gli operatori con comunicazione della direzione sanitaria ospedaliera.
Oltre che per le attività già descritte, il blocco operatorio Covid è stato predisposto per curare pazienti critici Covid in caso di saturazione della rianimazione. Ed è previsto dal piano del 18 marzo approvato da Florenzano. In quel caso, ripercorre Flocco, per operare persone affette da Covid si usano le sale 3 e 4 che prima erano dedicate alla chirurgia urologica. Sale, ancora il direttore di rianimazione, «strutturalmente separate dalle altre» attraverso «strutture vetrate chiudibili, in quanto il blocco operatorio del Cardarelli di Campobasso è stato originariamente concepito in moduli indipendenti, comunicanti proprio tramite strutture vetrate chiudibili. Non è stato quindi necessario alcun lavoro strutturale per separare gli ambienti. È stata allestita esclusivamente una inter-parete con pannelli sintetici per segnalare al personale in maniera più sicura il percorso in caso di utilizzo straordinario delle sale 3-4». Questa inter-parete «non fa parte delle sale 3-4, ma si trova in un’area intermedia rispetto alle restanti sale operatorie, con lo scopo di segnalare e delimitare meglio il perimetro dell’area Covid, in caso di necessità».
La saturazione della rianimazione c’è stata, «eccezionale e di brevissima durata, per cui l’utilizzo delle sale 3-4 per pazienti Covid è stato limitato a 3 giorni complessivi, in condizioni che si sono dimostrate di evidente sicurezza».
La nota, conclude Flocco, è convalidata dal core team del blocco operatorio che si occupa della riorganizzazione dell’attività chirurgica che, «insieme al personale più disponibile di sala operatoria, hanno ottemperato ad un lavoro di squadra, a conferma della volontà di garantire al meglio delle possibilità, la sicurezza per utenti ed operatori, a vario titolo, del blocco operatorio stesso».

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