La sensazione, poco confortevole, è di essere in un posto dove meriterebbero di stare altre persone. Da giornalisti, davanti a un elicottero che porta lontano centinaia di chilometri un paziente Covid che ha bisogno di rianimazione. Sarebbe giusto che ci fosse una moglie, un figlio, un padre, una madre. A ‘salutare’ almeno da lontano il proprio caro.
La Cross stavolta ha trovato un posto a Grosseto, ospedale della Misericordia (centro Covid dell’Asl Toscana Sud Est insieme al San Donato di Arezzo).
Alle 10.28 atterra il Pegaso del 118 della Regione Toscana. Il comandante Marcello Cardillo, che ha portato in Molise medici e infermieri insieme al copilota Francesco Bellovino, prevede un viaggio di un paio di ore al massimo. È la loro prima volta in Molise e dice che in questo periodo gli elisoccorsi Covid erano diminuiti. Ad attenderli due squadre dei vigili del fuoco del comando di Campobasso e una pattuglia della municipale. Pochi minuti e dall’ospedale di Tappino sopraggiunge l’ambulanza. Le operazioni sono complesse e delicate, passano minuti mentre i sanitari ‘liberano’ l’uomo dalla barella biocontenimento e senza intaccarne la stabilizzazione lo trasferiscono sul velivolo. Dall’equipe della rianimazione diretta da Romeo Flocco viene affidato ai colleghi del reparto grossetano guidato da Danilo Tacconi.
Non è la prima volta che la sanità molisana attiva la Cross attraverso il presidente della Regione che è autorità di Protezione civile. Cardarelli saturo, San Timoteo che prova a reggere – a mani nude – l’onda d’urto della variante inglese e di fatto è anch’esso ospedale misto Covid. Il Veneziale inizia a scricchiolare fortemente.
La terapia intensiva è la spia che lampeggia in rosso da troppo. Oltre 30 posti disponibili sulla carta ma al 12esimo paziente Covid che ha bisogno di rianimazione si chiede aiuto. Dei moduli, guai a chiamarli container, annunciati da Arcuri per la fine di gennaio ancora neanche l’ombra. I primi 10 posti allestibili accanto al Cardarelli non prima del 5 marzo. E i posti dei privati, per il Covid, ora che il virus presente cluster ospedalieri anche tra le strutture convenzionate come il Gemelli, difficilmente potranno essere messi a disposizione.
Fra liti e dissidi, scontri sulle scelte fra struttura commissariale e azienda sanitaria e fra gli stessi commissari non ci sono soluzioni alternative che siano già operative. E così, dopo un anno di enormi sacrifici e professionalità, il Cardarelli è costretto, quasi ogni giorno ormai, a trasferire i suoi malati altrove. Come avveniva a marzo e aprile agli ospedali della Lombardia.
Terminate le operazioni sul piazzale dell’antistadio di Selvapiana, i medici e gli infermieri di Tappino restano in ambulanza finché il Pegaso non si alza in volo. Coincidenza evocativa, il mezzo è identico a quello donato dal gruppo consiliare regionale dei 5 Stelle all’Asrem a Natale 2018. L’azienda di via Petrella non aveva il trasporto Sten, lo comprarono i pentastellati e lo consegnarono poco dopo la decisione della loro ministra della Salute di commissariare del tutto la sanità molisana affidandola a un esterno e non al governatore.
Una verifica ha chiarito poi il facilissimo equivoco: ora le ambulanze Sten in dotazione all’Asrem sono due. Quella a disposizione del primario di neonatologia Santillo e un’altra noleggiata da poco per eventuali trasporti Covid di neonati. Ma ieri mattina ha portato unadulto a prendere un volo della speranza per la Toscana.

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