La notifica dell’invito a comparire è di giovedì scorso. Mercoledì prossimo invece, il 10 marzo, il commissario della sanità Angelo Giustini è chiamato a presentarsi in procura a Campobasso. Nell’atto, il tipico invito per l’interrogatorio ex articolo 375 del codice di procedura penale, anche le contestazioni per cui il capo dell’ufficio inquirente del capoluogo ha ritenuto di formulare imputazioni, seppure formalmente provvisorie, nei confronti del generale della Guardia di Finanza. In sostanza, omissione di atti d’ufficio per non aver deliberato atti di sua competenza, necessari all’erogazione dei livelli assistenziali in relazione all’emergenza pandemica, e abuso d’ufficio invece per la ‘tentata’ nomina del dg Asrem Florenzano come commissario straordinario per l’emergenza Covid (non andata in porto perché a stopparla fu il dg della Programmazione sanitaria Urbani a cui sia Giustini sia Florenzano avevano inviato rispettivamente l’investitura e la risposta).
L’esposizione del fatto che risulta dalle indagini fin qui svolte, che secondo il codice di procedura può esser contenuta nell’invito a comparire, non sarebbe sommaria se per questo si intende succinta. Sei le pagine dell’invito. Questo perché l’attività investigativa, coordinata da Nicola D’Angelo e da lui delegata per gli accertamenti da compiere come polizia giudiziaria al Nas del comando di Campobasso, è a tuttotondo, mira cioè a verificare tutti gli aspetti della gestione della pandemia da nuovo coronavirus in Molise. Quindi, dai dati inviati a Roma su contagi e numeri di posti letto all’allestimento delle strutture aggiuntive di assistenza, dall’impianto per l’ossigeno ai singoli episodi denunciati dai familiari delle vittime (anche in relazione ai cluster che si sono registrati all’interno del Cardarelli e quindi relativi a pazienti che si sono positivizzati dentro l’ospedale).
Dalle verifiche fin qui compiute sarebbe venuto già fuori uno spaccato che abbraccia tutta la situazione. Agli atti della procura, fra le altre cose, anche la relazione degli ispettori ministeriali che hanno effettuato una visita al Cardarelli, al San Timoteo, al Vietri e al Veneziale il 27 e 28 gennaio scorsi. E la ricostruzione della catena di comando, fondamentale per leggere poi i singoli eventi al vaglio degli inquirenti. Da profani, la catena è chiara: in Molise la sanità è commissariata e al commissario toccano i poteri e le competenze direttive e di iniziativa anche nei confronti dell’azienda sanitaria (oltre che di controllo sull’adempimento delle indicazioni eventualmente fornite). A questo proposito, la vicenda meno rilevante sembra essere – vista da fuori – la nomina di Florenzano a commissario straordinario per l’emergenza (qualifica che nell’ordinamento giuridico nazionale è così letteralmente attribuita solo al generale Figliuolo oggi e fino a qualche giorno fa era appannaggio di Arcuri). Un incarico, nei fatti, che per la procura è di competenza di Giustini (scegliere in virtù della pandemia in atto le soluzioni di assistenza) e non delegabile quindi ad altri. Dal ministero della Salute, inoltre, il 18 febbraio (giorno in cui il commissario ebbe in mattinata un confronto col capo di gabinetto Zaccardi, con il capo della segreteria tecnica Lorusso e col dg Progammazione Urbani) arrivò a Campobasso una nota dello stesso Urbani che metteva nero su bianco (per logica si è portati a pensare che anche a voce qualcosa al generale era stato detto) come anche per il Covid il potere di predisporre atti di programmazione e sovrintendere alla loro attuazione spetta unicamente alla struttura commissariale.
Un abuso che di fatto non si è poi concretizzato, si potrebbe dire. Ma è una tessera del puzzle.
Puzzle su cui Giustini naturalmente potrà rendere la sua versione e provare a confutare la prospettazione attuale della magistratura inquirente. Lo stesso commissario, va detto, si è rivolto alle procure con più esposti su situazioni che a lui erano parse critiche negli ospedali molisani. Il suo avvocato è Mariangela Di Biase. Che sul caso non rilascia dichiarazioni anche perché ancora non ha incontrato il suo assistito. I fatti sono maturati davvero in poche ore.
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