I suoi primi 40 l’Unimol li festeggia dimostrando la sua centralità nel tessuto politico- amministrativo della regione e rilanciando: «Saremo la chiave di sviluppo di questa terra. Vogliamo esserlo».
Con queste parole il rettore Luca Brunese ha chiuso il suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico. Qualche minuto dopo il ministro della Salute Schillaci ha cucito addosso all’ateneo un abito di tutto rispetto: quello di garante di un nuovo piano di gestione della sanità che eviti di generare altro debito.
Quarant’anni fa, dunque, la nascita di Unimol, voluta fra gli altri – ha ricordato Brunese – dal senatore Lello Lombardi e dal ministro Giacomo Sedati. Oggi, è una realtà consolidata. Le immatricolazioni hanno fatto segnare una crescita del 7,66 %, 8.200 gli studenti, di cui più della metà – 5.030 – donne. E ancora: 600 docenti, 36 corsi di laurea, dal prossimo anno saliranno a 43.
L’Università, ha detto il sindaco di Campobasso Roberto Gravina aprendo la cerimonia, «ha nel suo dna la capacità di fare da collettore accademico e scientifico di relazioni e saperi diversificati, utili alla definizione di forme di progettazione inclusiva che ripartendo dalle esigenze reali della nostre comunità, rendano attuale e realizzabile l’innesco di un processo produttivo e lavorativo che ha bisogno di investimenti anche pubblici».
Il governatore Donato Toma ha posto l’accento, fra le altre cose, sul recente rinnovo del protocollo d’intesa in materia sanitaria: «Siamo stati spinti dal desiderio di vivificare una collaborazione che percepiamo come elemento di pregio oltre che esperienza ampiamente consolidata. In secondo luogo, lavoriamo insieme per dare un’opportunità in più alla sanità molisana, da una parte, e rendere più attrattivi i corsi di laurea di area medica e delle professioni sanitarie nel territorio molisano, dall’altra. La competitività della sanità molisana è sensibilmente legata alla competitività dei suoi interlocutori. L’Università del Molise è per noi il partner naturale di progetti di ricerca, formazione, cultura e, appunto, sanità. Ne siamo onorati oltre che compiaciuti».
E sulla sanità ha focalizzato la parte finale del suo intervento il rettore. Scuole di specializzazione definite in base al reale fabbisogno – per esempio di ginecologi e ortopedici – per far restare qui i giovani medici. Bene il decreto Molise, ha evidenziato anche Brunese, ma «non basta un intervento, dobbiamo dare dimostrazione che costruiamo un sistema che non ricrei il debito un minuto dopo». Ottimizzare le risorse a disposizione e altre che verranno, migliorare il sistema e l’assistenza. Unimol, ha assicurato il suo ‘numero uno’, si candida «con forza a far parte di tutti i ragionamenti che verranno fatti per rimuovere la situazione debitoria della Regione».

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