Solo il 31,2% dei giovani italiani tra i 25 e i 29 anni ha un laurea “contro” il 50% degli altri Paesi Ue. Il gap con il resto d’Europa è ancora più evidente quando si parla di discipline Stem (acronimo dall’inglese per scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) dove la media dei laureati in Italia è del 6,7%, rispetto al 12-13%.
Un divario, quello fotografato dagli ultimi dati Eurostat, che converrebbe colmare perché il mercato richiede 1,3 milioni di laureati e diplomati Its entro il 2027, ma si trova a fronteggiare una mancanza di 8.700 profili specializzati all’anno. Infine, c’è la “differenza” di genere. Secondo un’analisi di McKinsey, anche se il numero delle donne laureate supera quello degli uomini, solo un laureato su tre nelle materie Stem è di sesso femminile: il 38%. E le donne occupano soltanto il 22% di tutti i posti di lavoro tecnologici nelle aziende europee.
Ieri nella sede di Pesche dell’Università degli studi del Molise la cerimonia di premiazione della seconda edizione del concorso “Stem is a Woman”, ideato dalla sezione di Isernia della Fidapa (patrocinato dal Comune di Isernia, a margine il sindaco Castrataro ha definito «un onore» la partnership del progetto) con la partecipazione e l’impegno del dipartimento Unimol di Bioscienze del territorio diretto dalla professoressa Stefania Scippa. La formazione scientifica ha assunto «sempre più una rilevanza in termini di occupazione. Si stima che oltre il 75% dei nuovi lavori richiede un percorso formativo in ambito Stem», ha sottolineato la prof. «Io sono molto contenta di questa collaborazione – ha aggiunto riferendosi al concorso – perché ha un impatto di sensibilizzazione sulle nuove generazioni per l’avvio di questi percorsi». L’Unimol copre tre dei quattro ambiti Stem: biologico, informatico, ingegneristico. Manca solo quello matematico. «Penso sia una buona capacità di offerta quella della nostra università».
Testimonial d’eccezione due donne che nella vita hanno compiuto scelte di studi e carriera ancora in qualche modo considerate, a torto, maschili. Rita Mastrullo, prorettrice vicaria della Federico II: 50 anni da ingegnere, il titolo del suo intervento, e tante le sfide (vinte) da raccontare ai ragazzi che affollavano l’Aula Magna Galilei a Pesche. E Francesca Colavita: molisana, biologa specializzata in virologia, nel 2020 faceva parte del team che allo Spallanzani isolò il virus SarsCov2. «Da quell’esperienza, come tutti, abbiamo imparato che essere preparati e pronti è importanti, quindi il continuo lavoro è essenziale nel caso di nuove emergenze», ha detto. «Le malattie infettive sono imprevedibili, ce ne sono tantissime anche di nuove, quindi non si può escludere» un altro periodo difficile come quello dell’emergenza Covid. Quindi «è importante continuare a studiare, prepararsi anche a livello mondiale e stringere il più possibile collaborazioni a livello internazionale per unire le forze». Cruciale per la gestione delle infezioni emergenti, l’aspetto ambientale. «Il cambiamento climatico c’è – ha confermato Colavita – e sta influenzando la circolazione di molte infezioni». Ai giovani ieri mattina la giovane ricercatrice ha trasmesso la sua passione, il rigore dello studio continuo. E un consiglio: «Che i ragazzi seguano le loro passioni con determinazione, resilienza e, se si parla di ricerca, anche di pazienza».
Per l’ateneo molisano quella di ieri è stata anche l’occasione di un confronto sulle politiche di genere nell’accesso alla formazione e poi al mondo del lavoro. Ma non solo. Un futuro lavorativo solido, stimolante e che, come sancisce la Costituzione, realizzi le aspirazioni di ognuno si costruisce sulle competenze. Quelle scientifiche ma non solo. Ne è convinto il prorettore di Unimol delegato alle Iniziative strategiche Giuseppe Vanoli. E il tema delle competenze non è di genere. Fornirle a tutti i suoi studenti è uno dei pilastri della mission di un’istituzione di alta formazione. Certo, però, l’attenzione dell’Università al superamento degli ostacoli che ancora oggi impediscono la parità e mantengono spesso, e in troppi ambiti, intatto il soffitto di cristallo è alta. «Il rettore Brunese ha voluto mettere a punto il bilancio di genere, c’è un piano che verrà riapprovato nei prossimi anni». Iniziative, queste e altre, che dimostrano la linearità dell’ateneo nell’avere «atteggiamenti e gestioni coerenti con la possibilità che le donne partecipino alla vita lavorativa, accademica e agli studi». Altro è, ha concluso Vanoli, il dato di fatto. «Non è un tema di competenze. Le competenze sono dell’universo maschile e dell’universo femminile».
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