Applausi, fischi di ammirazione e incitamento, abbracci uno dietro l’altro. Tifo da stadio al quinto piano del II Edificio polifunzionale di via de Sanctis. Se i colleghi che affollano la sala del Consiglio portassero in trionfo il professore Giuseppe Vanoli – come si fa con i fuoriclasse o gli allenatori del calcio –, mentre il decano Musci sta ultimando le procedure di verifica della procedura elettorale che ha visto riversarsi alle urne il 90% degli aventi diritto (il 95% di coloro che hanno il voto pieno), nessuno si meraviglierebbe davvero. E dire che il nuovo rettore è all’Unimol da soli otto anni. È lui stesso a ricordarlo nel breve ed emozionato discorso dopo la proclamazione, sfidando (e così azzerando) il rischio di una narrazione scivolosa: l’ultimo arrivato che conquista l’ateneo.
L’ultimo arrivato l’ateneo lo ha conquistato davvero. La narrazione scivolosa però non darebbe giustizia al lavoro portato avanti dall’ingegnere con la passione per la carriera accademica in squadra con Luca Brunese, uscente e autenticamente contento di lasciare. Perché, lo ribadisce nelle interviste a margine della cerimonia entusiasta, un happening in piena regola, «è il momento giusto», il momento per cambiare governance e dare nuovo slancio all’Università e un più solido asse per lo sviluppo al Molise.
Dalle 9 alle 17 il voto per il rettore che guiderà l’ateneo fino al 2031. Alle 11 è stato già raggiunto e superato il quorum di 191 che rende valida la tornata. Al termine della giornata, una partecipazione così imponente che la nota istituzionale rompe il protocollo e parla di «plebiscito in termini di consensi e partecipazione». Eletto alla prima votazione con 336 preferenze, solo 15 le schede bianche.
Onore, orgoglio, responsabilità e fiducia. Le parole chiave del commento a caldo di Vanoli. «Per me è un grande onore essere stato scelto a guidare l’Ateneo. Il grande consenso ricevuto aumenta il senso di responsabilità ma mi dà anche tranquillità. È uno spirito di coesione con cui potremo affrontare il futuro che ci vedrà sempre più coinvolti nel formare giovani pronti a superare le sfide a livello nazionale e internazionale».
All’Università degli Studi del Molise da dicembre del 2016, napoletano ma nato nel Michigan (per questo Giuseppe Peter Vanoli), 52 anni, il professore di Fisica tecnica ha rivestito nel mandato di Brunese l’incarico di prorettore per le iniziative strategiche di Ateneo. Il suo seennio inizierà il 24 maggio.
Territorio, imprese, mondo della scuola sono le priorità che il neo rettore elenca in maniera rapida e decisa nelle interviste con la stampa. Velocità e flessibilità sono i sostantivi che usa più spesso, diventano aggettivi non tanto per descrivere l’Università quanto per definire già l’approccio all’ateneo calato, appunto, nella sua terra. «Unimol – dice a Primo Piano – è un pezzo fondamentale di questo territorio. Darà tutto quello che può in termini di formazione e trasferimento tecnologico, cercherà di adempiere anche la sua missione sociale, che è di favorire incontro culturali e di riflessione nel tentativo, che io credo possibile, di dare massima visibilità a livello nazionale a quello che questo territorio rappresenta, sia in termini di bellezza sia in termini di opportunità per tanti giovani e anche meno giovani». Infine, un ateneo acceleratore di sviluppo: «Lavoreremo per fare in modo che il mondo imprenditoriale possa accedere più facilmente ai finanziamenti previsti a livello comunitario e nazionale». I più stretti collaboratori del prof Vanoli, conoscendolo, confidano: la pausa di necessaria decompressione durerà poche ore. Ventiquattro al massimo. Poi toccherà, a tutti, solo rimboccarsi le maniche.
rita iacobucci