La consegna della relazione di vulnerabilità sismica sulla scuola dell’infanzia di via Tiberio ha provocato inevitabilmente la reazione da parte dell’opposizione a Palazzo San Giorgio. Da una parte il gruppo di Democrazia popolare, che ha già depositato una interrogazione al sindaco a firma della consigliera Marialaura Cancellario, dall’altra il Movimento 5 Stelle che, analizzando le criticità messe nero su bianco dall’equipe dell’Unimol, pretende chiarezza sulle intenzioni dell’amministrazione.
«Ancora una volta gli esiti delle indagini, come si evince chiaramente dal capitolo conclusivo del fascicolo, – scrivono i pentastellati – evidenziano numerose criticità, come peraltro già evidenziato per molti degli edifici all’attenzione dell’Unimol. Anche in questo caso, infatti, come per altri plessi scolastici oggetto delle verifiche di vulnerabilità, il team dell’ingegner Callari prospetta l’adozione di due diverse soluzioni: in via ottimale l’abbattimento e la ricostruzione di un nuovo edificio conforme alle vigenti normative, o, in subordine, e solo dopo un’accurata analisi costi/benefici di tipo comparativo, la programmazione di interventi strutturali di miglioramento dell’edificio esistente.
Quest’ultima eventuale soluzione dovrà però prevedere, in via preliminare, oltre ad una serie di valutazioni di tipo economico, urbanistico e demografico, anche accurate indagini e verifiche integrative sulle strutture portanti dell’edificio, sui nodi trave-pilastro, analisi della risposta sismica locale, indagini geotecniche e strutturali delle fondazioni, verifiche sugli elementi non strutturali, verifiche e saggi dei solai.
Anche per questo studio di vulnerabilità, gli esperti dell’Unimol hanno dovuto fare i conti con la carenza di documentazione tecnica risalente all’epoca della progettazione e della realizzazione dell’edificio; mancano infatti alcuni fondamentali elaborati come la relazione di calcolo del progetto strutturale originario, le sezioni ed i particolari costruttivi di travi, tamponature, tramezzi e massetti, i particolari costruttivi di nodi trave-pilastro, la distinta delle armature dei solai ed altri documenti tra cui l’intera Perizia di variante dell’aprile 1982 di cui non si conserva traccia alcuna.
La scuola venne iniziata nel marzo 1981 e terminata nel settembre dell’anno successivo. Come già riscontrato per l’asilo nido di via Verga, ci troviamo, anche in questo caso, davanti ad un edificio pubblico progettato con le normative antecedenti alla classificazione sismica del Comune di Campobasso (avvenuta il 27/04/1981) benché la sua realizzazione sia avvenuta, di fatto, successivamente all’entrata in vigore delle nuove normative antisismiche. L’apertura del cantiere della scuola di via Tiberio avvenne infatti appena cinque settimane prima (18/03/1981) dell’entrata in vigore delle nuove norme ma, benché si sarebbe certamente potuto intervenire per migliorare ed adeguare l’opera, si procedette con le vecchie normative (risalenti al febbraio del 1972), edificando quindi un edificio “già vecchio” e senza tener minimamente conto dell’azione sismica in funzione delle nuove norme. Opportuno ricordare che l’introduzione delle normative antisismiche dell’epoca si ebbe a seguito del devastante terremoto dell’Irpina verificatosi solo quattro mesi prima.
Alla luce dell’inadeguatezza della progettazione e dalle verifiche recentemente condotte, ne consegue che l’edificio presenta una elevata vulnerabilità, concentrata soprattutto nei pilastri. Vulnerabilità che potrebbe ulteriormente aumentare in caso di verifiche più approfondite, in particolare per ciò che concerne la resistenza dei nodi trave-pilastro, nel caso di eventuale riscontro di presenza di pilastri tozzi sotto il primo solaio, nonché per gli effetti della notevole amplificazione sismica locale dovuta alle particolari caratteristiche del sito di costruzione.
Tra le criticità maggiori riportate nel capitolo conclusivo dell’indagine, viene posta in evidenza la progettazione per le sole azioni verticali, e quindi senza considerazione dell’azione sismica, caratterizzata da una struttura del tipo “a travi forti e pilastri deboli” che presentano elevati indici di vulnerabilità.
Anche le armature risultano insufficienti ed inadeguate, mentre la possibile presenza di pilastri tozzi al di sotto del primo solaio (zone non ispezionabili), potrebbe favorire l’innesco di meccanismi fragili di taglio negli stessi pilastri.
Forti dubbi anche sul terreno di posa che, probabilmente, potrebbe essere costituito da terreno di riporto e quindi con pessime proprietà meccaniche.
Ci troviamo dunque davanti all’ennesimo edificio scolastico a rischio, con le medesime caratteristiche di quelli di via Jezza e via Verga, per il quale l’amministrazione ha deciso di non porre in essere nessuna iniziativa, ritenendo evidentemente, trascurabile il responso dello studio di vulnerabilità commissionato all’Unimol. Vedremo se anche in questo caso si sceglierà la stessa strategia, oppure si prenderà atto dell’esito delle indagini adottando una delle due soluzioni indicate dai tecnici dell’Unimol.
In qualunque caso, alla luce delle informazioni finalmente nelle disponibilità dell’amministrazione, riteniamo opportuno che si provveda rapidamente ad una puntuale opera di informazione e comunicazione con l’utenza del plesso scolastico interessato, dando quelle risposte, circa la sicurezza dell’edificio, che si sono fatte attendere per tanto, troppo tempo».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.