A poche ore dalla consegna del verdetto sulla scuola primaria di via Gramsci, interviene il sindaco di Campobasso Antonio Battista che chiarisce le intenzioni dell’amministrazione e i prossimi step. «La lettura della relazione sulla scuola in questione, che accoglie gli alunni dell’ex edificio di Mascione – spiega – sarà completata all’inizio della prossima settimana. E solo dalla completa lettura del documento si arriverà alle conclusioni e ad un incontro con la dirigente della scuola e con il comitato dei genitori sempre disposti al confronto e al dialogo». Intanto, sempre nei prossimi giorni, verrà aperto il cantiere del nuovo plesso di contrada Mascione. L’importo per l’abbattimento e la costruzione ex novo ammonta a 1 milione e 200mila euro. Il lotto su cui sarà realizzata la scuola si trova tra contrada Casale e Polese e si estende su circa 3.770 metri quadrati. Il nuovo edificio scolastico, che ha una superficie di oltre 650 mq lordi, ha linee contemporanee che ben si inseriscono nella cornice paesaggistica dell’area in questione. La scuola rispetterà anche le esigenze pedagogiche tant’è che sia gli interni che gli esterni saranno organizzati in modo da poter essere utilizzati in modo fluido per un miglior apprendimento.
Tornando alla situazione della struttura di via Gramsci dall’amministrazione precisano inoltre «quanto sia imprudente, in questa fase di analisi della relazione, generare informazioni che creano allarmismo».
Va però sottolineato che le informazioni arrivano direttamente dagli esperti Unimol che hanno condotto lo studio e che hanno evidenziato diverse criticità della scuola.
«Se dalla relazione – le parole del sindaco Antonio Battista – dovesse emergere la necessità di chiudere la scuola lo farò immediatamente. Lo studio è stato commissionato da questa amministrazione – ribadisce – e ci atterremo scrupolosamente alle indicazioni degli esperti e a successivi e relativi approfondimenti».

Il comitato incalza: lo studio Unimol parla chiaro

E a stretto giro è arrivata anche la replica del Comitato scuole sicure di Campobasso. «Quali altri riscontri sulla scuola di via Gramsci attende il sindaco?», si chiede il referente Nicola Simonetti. «Possiamo affermare, visti i molteplici documenti esaminati dai nostri genitori-tecnici professionisti che quanto certificato dalla struttura Unimol, a firma del professor Callari, è un dato molto preoccupante, che viene rafforzato ulteriormente da quanto già emerso in questi ultimi tre anni nella nostra bella e sicura cittadina. Dal 2002 ad oggi poco è stato eseguito e fatto dagli Enti proprietari in merito a tutte le prescrizioni afferenti alla sicurezza scolastica degli edifici strategici, compresa l’ultima scadenza nel decreto mille-proroghe che stabiliva come termine ultimo e perentorio il 31 dicembre 2018 per lo svolgimento delle verifiche sismiche e vulnerabilità sismica, comprese le norme antincendio su tutte le strutture ed edifici scolastiche situati nelle zone 1 e 2. Tante scuole mancano all’appello, sulle quali nulla è stato fatto. Teniamo inoltre a ricordare che lo studio sulla vulnerabilità sismica degli 11 edifici preposti ed individuati dal comune di Campobasso, dopo i fatti noti della Don Milani, sarebbe dovuto terminare entro un anno dall’incarico. Per quanto riguarda l’imminente apertura del prossimo cantiere per la prima vera nuova scuola sicura di Mascione, sottolineiamo, solo perché cittadini contribuenti, che forse l’importo attribuito e determinato per tale costruzione (1.200.000 euro) stride con quanto, tre anni orsono, si era chiesto per un bacino ben più ampio ed esteso, ci riferiamo all’ Istituto Comprensivo Igino Petrone e alla stessa Don Milani (600 scolari presenti, solo, nel Plesso di via Leopardi, oggi solo circa 360), mentre il nuovo plesso di Mascione ospiterà, crediamo, meno di un centinaio di bambini. Forse, ma è solo un’analisi nostra, sarebbe stato meglio chiamare in causa i dirigenti scolastici, analizzare le nuove disposizioni, direttive e norme con l’Ufficio scolastico regionale, valutando nel merito anche le opportunità afferenti al dimensionamento scolastico e al decremento scolastico, e trovare insieme altre soluzioni, così da destinare tali economie e risorse su progettualità più lungimiranti che propagandistiche ed elettorali. Ma questo Comitato Nazionale Scuole Sicure, con tutti i suoi rappresentanti, genitori, insegnanti, operatori Ata, professionisti, vuole restare fuori da diatribe e dinamiche puramente “elettive – propagandistiche” (vedi Agnone) valutando, esclusivamente le azioni che porranno in sicurezza tutti i nostri figli, bambini, scolari, studenti per ogni ordine e grado, e tutte le forze lavoro presenti nelle strutture, ancora oggi, deficitarie ed inefficienti, sperando di non piangere altre e devastanti perdite. Abbiamo imparato, purtroppo, negli anni, che il terremoto non avvisa e non si ferma, mentre la burocrazia amministrativa resta, lumaca».

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