La data ancora non c’è, ma sei anni fa si votò a maggio. Gianmaria Palmieri, rettore dell’Università del Molise dal 1 novembre 2013, sta per terminare il suo mandato. Si è aperta di fatto la corsa per la successione.
In campo, in via del tutto ufficiosa ma consolidata, c’è il nome del direttore del dipartimento di Medicina Luca Brunese. Dalla sua avrebbe, secondo voci di ateneo, l’appoggio del collega di Giurisprudenza Michele Della Morte.
Proprio in queste ore è circolata la proposta, sotto forma di appello alle istituzioni non solo universitarie ma anche regionali e provinciali, di un gruppo di docenti. Le firme in calce sono pesanti: c’è quella di Lucio Francario, che è il decano e prof di Diritto civile a Giurisprudenza, del pro rettore Marco Marchetti (che è a capo del Centro di ricerca sulle aree interne inaugurato dal Presidente Mattarella) e dei direttori di altri tre dipartimenti: Raffaele Coppola (Agraria), Enzo Di Nuoscio (Scienze umane) e Giovanni Musci (Scienze matematiche e biologiche). Il candidato rettore non è ancora deciso. Più di qualcuno scommetterebbe su Marchetti o Francario. Coppola è stato l’avversario di Palmieri sei anni fa. La scelta, sostengono i promotori dell’iniziativa, avverrà a valle del dibattito avviato con il documento. Dopo il confronto, la bozza definitiva del programma che sarà alla base della candidatura.
Ago della bilancia, pare sia il dipartimento di Economia guidato da Stefania Giova.
Indiscrezioni a parte, ora c’è una bozza di base che i promotori inviano agli studenti, ai colleghi docenti e al personale tecnico-amministrativo. Ma non solo: ai consiglieri regionali, provinciali e comunali; agli Ordini professionali, ai sindacati e alle organizzazioni datoriali, alle associazioni culturali e del Terzo settore. Da loro si aspettano contributi e suggerimenti, entro fine febbraio il documento definitivo.
Unimol deve rappresentare un laboratorio permanente di idee al servizio del territorio, potenziando l’impegno e la collaborazione con tutti i soggetti pubblici e privati, per legare ancora di più l’impegno dell’Unimol all’individuazione dei bisogni e quindi allo sviluppo e alla promozione delle potenzialità del Molise: è questa la premessa da cui partono Francario, Marchetti, Coppola, Di Nuoscio e Musci.
Il documento tocca dieci punti: dai rapporti con la Regione alla sanità, dalla formazione e ricerca alla governance di ateneo. E per l’impatto che hanno nell’opinione pubblica sono proprio questi i punti più ‘appetibili’ della piattaforma. Nei rapporti con la Regione e con le istituzioni la proposta è di una collaborazione istituzionale permanente, sulla base di un rapporto paritario, a «prescindere dalle persone che rappresentano questi enti e dai loro orientamenti politici». Dunque, sedi permanenti di riflessione sulla programmazione economica del Molise e in particolare per il settore agricolo, turistico, edilizio, dei servizi anche per verificare le possibilità di ripresa delle filiere tessile e avicola-alimentare.
Quanto alla sanità, la parola chiave è razionalizzazione. La situazione, dal punto di vista della formazione universitaria è questa (anche in ordine cronologico): al Neuromed la Sapienza e altri centri internazionali, la Cattolica a Campobasso e la facoltà di Medicina, che ha registrato, si legge nel documento, «una crescita ragguardevole negli ultimi anni». Si pone un problema di razionalizzazione e sostenibilità sul piano regionale prima che universitario (anche per via del commissariamento del settore). L’azione dell’Unmol in questo campo, per essere efficace deve avere «il pieno sostegno della Regione».
Campi su cui investire ex novo o qualificando l’offerta già presente sono la formazione professionale e il supporto alle imprese. Tra le altre cose, la bozza propone l’istituzione di un “Centro di azione adriatico” che si occupi di collaborazione coi Paesi che si affacciano sul bacino e in generale con l’Europa dell’Est. Non mancano punti dedicati ai servizi per gli studenti: dotare l’ateneo di un servizio mensa per le diverse sedi, rafforzare l’esperienza Erasmus.
Ultimo punto, dulcis in fundo, la governance. Intanto, la riforma dello Statuto per ridurre a tre anni il mandato del rettore (rinnovabile per altri tre) e l’impegno pubblico del successore di Palmieri -che è sceso in campo per il Senato al voto del 4 marzo con Leu – a non candidarsi nel corso del mandato alle elezioni politiche o amministrative. Oltre che a dimettersi dopo tre anni pur se eletto ancora per sei anni.
Collegato alla governance, il tema dell’autonomia da consolidare insieme all’identità «scongiurando qualsiasi forma di subordinazione o di dipendenza rispetto a qualsiasi altro soggetto esterno (istituzioni o gruppi di interesse)».
In sintesi, l’intento dichiarato di Francario, Marchetti, Coppola, Di Nuoscio e Musci è di affidare l’elezione del rettore a un confronto sul programma, piuttosto che sulle persone. Metodo che si apre sempre al rischio che prevalga un ragionamento di lobby.

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