Il risultato alle 18.10. E racconta un po’ di cose, il verdetto delle urne di via De Sanctis. Innanzitutto, come è ovvio, dice che Luca Brunese è il nuovo rettore dell’Università degli Studi del Molise. Era il favorito, non è entrato papa e uscito cardinale. Ha preso 168 voti. Il suo sfidante Raffaele Coppola si è fermato a 152.
Distanza affatto incolmabile. Sei anni fa sempre Coppola, che si era candidato contro Palmieri, prese 142 voti. E Palmieri 184. Un’altra verità che esce dalle urne, quindi, è che la partita è stata aperta. Che lo era dall’inizio o che, forse, si è accesa di più negli ultimi dieci giorni, quando nei corridoi dell’Ateneo si vociferava perfino dell’appoggio a Coppola da parte di nomi che hanno contato nell’era Cannata, addirittura che l’ex rettore – che ha legato il suo nome all’università molisana – vedesse con favore la scalata del preside di Agraria. E poi rumors su un clima avvelenato. Anche da un fine mandato del predecessore che non ha premiato la corsa del neo eletto rettore. Le indiscrezioni hanno comunque stravolto la narrazione secondo cui Brunese fosse favorito perché al suo fianco ha il gotha, i poteri forti. Con chi stavano i poteri forti? O meglio, quali sono i poteri forti?
Sfida combattuta, Brunese l’Ateneo se l’è conquistato. Se avesse fatto cappotto, ora avrebbe un certo ‘traffico’ da gestire. Tanti portatori di consenso, tanto da ricambiare. Invece, così, il mandato parte leggero, senza grossi debiti di riconoscenza.
Si insedierà a breve, nessun interregno perché Palmieri si è dimesso dal 1 marzo. Dopo le verifiche, il decreto del decano Casamassima sarà trasmesso al Miur che sancirà l’elezione del prof di Radiodiagnostica a rettore dell’università molisana.
Ex direttore del dipartimento di Medicina – carica da cui si è dimesso quando si è candidato alla guida dell’Ateneo – Brunese non ha voluto caratterizzarsi come il candidato di Medicina. Indubbiamente, però, la sua elezione assume un significato importante nel panorama desolato e desolante della sanità regionale che ancora non riesce a compiere lo scatto di reni necessario a passare dal riallineamento dei conti, che ha sacrificato i servizi, alla ricostruzione del sistema. È Brunese che ha firmato con Regione e Asrem il protocollo che di fatto tiene aperti alcuni reparti importanti perché l’azienda sanitaria può fare affidamento sui docenti Unimol.
Pochi minuti prima della proclamazione, dopo abbracci e complimenti dei colleghi che lo hanno sostenuto, Brunese confessa al telefono: «Sono emozionato!». Poi corregge un po’ il tiro: «Diciamo, emozionato il giusto. Sono molto soddisfatto e orgoglioso. Orgoglioso della campagna e dello stile della campagna, mio e di chi ha fatto la campagna con me». Uno stile che è stato premiato, è convinto. E poi, «non abbiamo debiti, l’avventura comincia così». Ragiona come squadra, dà merito ai colleghi «che hanno sposato un progetto e ritenuto con me di mettere in piedi un sogno. Questo sogno comincia davvero, da domani realizziamo il progetto». Nessun aiuto esterno, rivendica il gruppo. Nel senso di altre università e nel senso, evidentemente, della politica. La prima cosa che farà? Il prof Brunese, che per tratto caratteriale all’appellativo ‘magnifico’ (ma pure a professore) risponde «io preferisco sempre Luca», vorrebbe rispondere di getto con le cose da fare. Ma i commenti ai media si fanno con il linguaggio della divulgazione. Sceglie un obiettivo che avvicina a una platea vasta, non solo agli addetti ai lavori. «Lavorerò subito per i rapporti col territorio e la comunità accademica nazionale. Voglio che Unimol venga conosciuta dalle famiglie molisane, che sappiano quali grandi opportunità può dare ai loro figli».
rita iacobucci

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