Diventare rettore dell’Università in cui si insegna da sempre. Al primo anno accademico da capo dell’ateneo, beccarsi la pandemia del terzo millennio. Luca Brunese naturalmente ne ride. E naturalmente conferma di puntare sull’ottimismo della volontà. «I miei colleghi e amici – confessa – dicono che io sono in ‘fase 10’… Ovviamente esagerano. Non sottovaluto la situazione ma preferisco lavorare sull’ipotesi di un ritorno importante in presenza e lavorarci garantendo la massima sicurezza agli studenti che hanno già scelto Unimol e a quelli che si apprestano a farlo». Il via alle iscrizioni, il 1 agosto. Il nuovo anno è un banco di prova imponente per tutti gli atenei italiani. Tutti temono, infatti, una contrazione delle immatricolazioni, non è escluso però che prevalgano le opzioni più sicure: contavo di iscrivermi a Milano o Bologna, ci ripenso e lo faccio in Molise – che è la mia regione o quella immediatamente vicina – dove, pur non essendo scomparso, il virus è molto meno diffuso e temibile.
Dal punto di vista della didattica, Brunese lo ha sempre rivendicato con forza, Unimol ha tutte le carte in regola. In queste settimane, con i colleghi e lo staff, sta perciò rafforzando la sua modulazione in base alle norme anti contagio. Intanto, l’ateneo ha anticipato le scadenze perché dal 21 settembre si parte con le lezioni. «In aula con due settimane di anticipo perché se ci fosse in seguito un peggioramento del quadro epidemiologico avremmo già alle spalle due mesi di lavoro», spiega. A Natale, quindi, tutti i corsi sarebbero finiti.
Rettore, lei conta molto sul fatto che matricole e corsisti in genere frequenteranno in aula all’Unimol. Troppo ottimista perché in fase 10?
«No! Io ci conto molto perché Unimol ha due vantaggi da mettere a frutto. Gli spazi a disposizione. E più sedi su cui organizzare le lezioni: quelle di questo campus, Agraria e Economia, poi c’è Giurisprudenza, ci sono Medicina a Tappino, Termoli, Pesche. Questo consente di suddividere gli studenti nei vari plessi e utilizzare realmente tutti gli spazi didattici a disposizione. Io parto dal presupposto che lo studente deve fare lezione nell’ateneo, non nel suo dipartimento. Definito questo assunto, realizzeremo una modifica importantissima. Spostiamo la segreteria studenti dove c’è l’edificio, adiacente all’aula magna, che riporta all’ingresso in alto la scritta “Scienze del Benessere” e che attualmente ospita i corsi della filiera di scienze motorie. Mentre gli spazi occupati dalla segreteria saranno riqualificati e convertiti in aule: grandi, con 100 posti distanziati. Aule quindi adatte alle lezioni di Medicina, per la quale siamo saliti a 99 posti, e non solo. Immaginiamo questo tipo di organizzazione: per metà settimana, faccio solo un esempio, da lunedì al mercoledì mattina in un’aula fa lezione il secondo anno di Medicina: gli stessi ragazzi sempre nella stessa aula. Che viene poi sanificata e fino al venerdì pomeriggio tocca al quarto anno. Inoltre, ci saranno percorsi separati e orari di entrata e uscita sfalsati di una mezz’ora. Misureremo sempre la temperatura a tutti quelli che entrano. C’è in campo inoltre un progetto dei nostri professori di Igiene, Ripabelli e Sammarco, per verificare la presenza di residui virali negli spazi prima delle lezioni».
Da medico, sa meglio di chiunque altro che i problemi cominceranno con l’arrivo dell’influenza stagionale: coesisteranno generando confusione perché i sintomi sono più o meno gli stessi.
«Noi siamo pronti. Se un ragazzo ha la febbre, con la temperatura misurata all’ingresso lo sappiamo, non partecipa alla lezione e subito viene effettuato il tampone. Potremmo anche decidere che per quel giorno il professore fa lezione a tutti a distanza e quindi in aula non entra nessuno. Dall’esito del tampone sul ragazzo, dipenderanno i passi successivi: se negativo, gli altri tornano a fare lezione in presenza e lui lo farà quando sarà guarito dall’influenza. Se positivo, anche gli altri saranno sottoposti al test e alla quarantena».
Come se l’è cavata Unimol con la didattica a distanza?
«Bene. Io sono molto contento della valutazione comparativa, rispetto ad altri atenei siamo andati molto meglio. C’è stato un grande senso di responsabilità di tutta la comunità accademica, ha funzionato. Quindi, non abbiamo paura se dovessimo tornare alla didattica a distanza. Potenzieremo anche gli strumenti informatici nelle aule perché l’idea è di trasmettere da qui. Ricevimento studenti, la preparazione della tesi di laurea, gli esami: tutto questo rimane in presenza. Perché mi preme evidenziare che lo studente che sceglie Unimol qui è sicuro. Chi si iscrive, chi viene a lezione in presenza non lo fa correndo un rischio. Perché noi siamo in grado di garantire le misure di sicurezza».
Cos’altro trova qui in Molise un ragazzo che deve immatricolarsi? Perché scegliere Unimol?
«Partiamo dai servizi. Ripristiniamo le agevolazioni per il trasporto: abbonamenti gratis per i molisani e navette gratuite per chi viene da fuori regione. Stiamo ragionando sul potenziamento del numero degli automezzi per garantire meglio il distanziamento. Nell’ambito delle misure prese dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid – il ministro Manfredi ci ha tenuto moltissimo – la soglia della no tax area è stata elevata fino a 20mila euro di Isee, che in Molise non vuol dire poco. Con il Cda, inoltre, noi abbiamo scelto di innalzare a 24mila euro la soglia entro la quale non si pagano le tasse di iscrizione. E poi, mi viene in mente, stiamo facendo una sperimentazione: il bar di Giurisprudenza ha iniziato a proporre anche i pasti, primi e secondi. A me interessa molto che lo studente possa mangiare all’interno dell’ateneo».
Qualche giorno fa avete presentato l’ultimo nato fra i corsi di laurea: Scienze e culture del cibo.
«Unimol crea una nuova figura di laureato. Sa che le aziende che producono integratori si avvalgono di farmacisti per la loro promozione? Ma in realtà serve qualcuno che sappia di alimentazione, di sport, salute, cultura. Partiamo con il numero chiuso, 40 posti. Il corso si svolgerà a Termoli accanto, metaforicamente, a Scienze turistiche. La risposta delle imprese – da La Molisana a Vicenzi, da Integratori Italia ed Enervit a Ferrarelle – che hanno partecipato alla giornata di presentazione è stata ottima. Ci hanno dato tutti disponibilità a prendere i ragazzi per i tirocini al terzo anno. Credo molto poi in Ingegneria medica, il progetto per la magistrale è a buon punto. Credo in Medicina, ovviamente. Credo molto nel potenziale di tutti i corsi di laurea del nostro ateneo che ormai garantisce un’offerta formativa trasversale. Quest’anno, più che mai, Unimol sarà una scelta vincente per i ragazzi che la compiranno».
rita iacobucci

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.